"Il nostro obiettivo è vedere erogati i fondi del Next Generation EU entro l'estate". Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, annunciando di aver ricevuto il Recovery plan nazionale della Polonia. "È tempo anche di rilanciare l'industria del turismo e di riavviare le amicizie frontaliere in sicurezza. Proponiamo di accogliere nuovamente i visitatori vaccinati e quelli provenienti da Paesi con una buona situazione sanitaria. Ma se emergono varianti dobbiamo agire in fretta: proponiamo un meccanismo di freno d'emergenza Ue".
Ad oggi, in verità, sono tredici i piani di rilancio ricevuti dalla Commissione europea entro la scadenza del 30 aprile, compreso quello dell'Italia. Gli altri arriveranno con qualche giorno di ritardo, che non comporta alcuna conseguenza ma che dà un vantaggio a quelli arrivati per primi: i loro documenti sono già in fase di esame ed è più probabile che la valutazione finisca prima, mettendoli in pole position per ricevere i fondi. Sebbene tutti rispecchino le stesse priorità, indicate dalla Ue, alcuni hanno puntato di più sulla transizione verde, come la Danimarca che ha destinato quasi il doppio del necessario, altri sul digitale, come la Germania che vuole dare una svolta all'alfabetizzazione informatica dei cittadini. In particolare la Spagna, nel suo piano chiede solo i 70 miliardi di finanziamenti a fondo perduto, e più in là presenterà domanda anche per i prestiti. Punta il 39% al verde e il 29% al digitale, tutto accompagnato da oltre 100 riforme. Il capitolo più corposo (16 miliardi) è la digitalizzazione del tessuto industriale e delle Pmi, e in particolare il sostegno alla ripresa del comparto turistico e il rafforzamento dell'imprenditorialità. Ma altri 14 miliardi sono destinati all'agricoltura e all'agenda rurale, per combattere lo spopolamento di quelle aree.
Berlino spenderà la maggior parte (15 miliardi) dei suoi 29 miliardi di fondi Recovery sulla digitalizzazione. Cercherà di svilupparla in tutte le aree: dall'istruzione alla sanità, dall'industria alla pubblica amministrazione, economia in generale ed infrastrutture.
Infine tra i paesi più grandi d’Europa, per Parigi la priorità è la transizione climatica, a cui dedicherà la metà dei suoi 40 miliardi di sovvenzioni. Buona parte (6,5 miliardi) andrà ai progetti che renderanno verdi mobilità e infrastrutture, e quasi altrettanto (5,8 miliardi) sarà spesa per l'efficientamento energetico dei vecchi edifici. I 10 miliardi del digitale andranno a preservare l'occupazione giovanile, la formazione e il sostegno dei disabili.
Rodolfo Ricci