Chi aveva il fiato sospeso può tirare un sospiro di sollievo: la Corte costituzionale tedesca ha dato il via libera alla ratifica definitiva del Recovery Fund in Germania, respingendo il ricorso di urgenza degli antieuro, che aveva bloccato il provvedimento alla firma. Per una sentenza piena, potrebbe volerci ancora molto tempo, spiegano a Karlsruhe, "teoricamente anche anni", ma con la decisione di oggi gli alti togati hanno sbloccato la procedura legislativa sul Fondo, che servirà a sostenere i paesi più colpiti dal Covid, consentendo un'entrata in vigore senza ritardi ulteriori. Un'attesa troppo lunga avrebbe avuto un impatto economico e politico grave sull'Ue e sull'Italia che è la maggiore beneficiaria del fondo da 750 miliardi di euro.
Il Recovery è stato ratificato dal Bundestag e dal Bundesrat il 26 marzo, ma lo stop della Corte aveva temporaneamente impedito la firma del Presidente della Repubblica. Oggi i togati hanno spiegato di non ritenere "palesemente infondato" il ricorso, sottolineando però che "da un esame sommario non risulta altamente probabile il rilevamento di profili di incostituzionalità". D'altro canto, sottolineano nel comunicato pubblicato sul sito, un ritardo nella partenza potrebbe avere "conseguenze irreversibili". Una vittoria per il governo tedesco, che ha molto spinto per il fondo di ricostruzione europeo, sfilandosi dal muro dei rigoristi e contrastandoli con forza al consiglio europeo di luglio scorso. Molto soddisfatta la presidente della commissione Ursula von der Leyen, che ha rimarcato: "L'Europa resta sul percorso della ripresa dopo questa pandemia senza precedenti".
La strada giusta. Per il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, la pronuncia "è importanze in Germania ed è un grande passo avanti in Europa verso il piano europeo di Recovery", ha twittato. A Berlino, Angela Merkel si è detta "molto contenta della decisione", mentre Olaf Scholz, ministro delle finanze e vicecancelliere socialdemocratico, ha dedicato un passaggio del suo discorso al Bundestag alla "buona notizia" di Karlsruhe: "È un passo importante nella lotta alla pandemia in tutta Europa e insieme", ha scandito. "Questo dimostra che ancora a lungo avremo da fare per combattere questa pandemia, non solo sul piano delle conseguenze per la salute, non solo per quel che riguarda la vita dei cittadini e delle cittadine, ma anche per le conseguenze economiche e sociali".
Dietro l'impugnazione, c'erano circa 2200 cittadini riuniti nella cosiddetta lega della "Burgerwille", nata attorno all'economista antieuro Bernd Lucke, il fondatore di Alternative fuer Deutschland, che ne uscì nel 2015, dopo averne perso la leadership e constatato che la sua creatura politica stesse scivolando su posizioni di ultradestra. Lucke continua però a far sentire la sua voce e ad esercitare pressione contro ogni passo avanti nella prospettiva di una mutualizzazione del debito nell'Ue.
Rodolfo Ricci