Il decreto di Putin sul pagamento del gas russo in rubli "è stato emesso poche ore fa, stiamo ancora guardando i dettagli, ma ci sono due cose da dire. Primo: i contratti devono essere rispettati e nei contratti esistenti non c'è obbligo di pagare in rubli. Secondo: non ci faremo ricattare da Mosca". Questa la prima reazione del commissario Ue per gli Affari economici Paolo Gentiloni, parlando alla Cnn. "È un sistema per aggirare le sanzioni e ricattare l'Europa, ma nulla nei contratti glielo consente", ha aggiunto. Vladimir Putin è passato dalle parole ai fatti e, dopo averlo annunciato il 23 marzo scorso, ha firmato un decreto per il quale dal primo aprile 2022 i cosiddetti Paesi ostili, quelli che hanno varato le sanzioni economiche contro Mosca, per onorare i loro contratti con Gazprom dovranno avere dei conti bancari nella valuta di Mosca.
Lo zar lancia quindi un messaggio perentorio: chi non si adeguerà alle nuove regole vedrà sospese le forniture energetiche. Il peggior incubo dell'Europa da quando è iniziata la crisi dell'Ucraina sembra dunque materializzarsi, con il gas russo che rappresenta il 40% delle importazioni del Vecchio Continente. Una dipendenza energetica che preoccupa soprattutto Germania e Italia, e che fa parlare alle capitali europee di "ricatto" da parte di Putin, proprio alla vigilia di una nuova tornata di colloqui con Kiev per tentare di stipulare un cessate il fuoco.
"Non accetteremo in alcun modo di pagare il gas in altre divise rispetto a quelle sancite dai contratti", hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa congiunta i ministri dell'Economia francese e tedesco, Bruno Le Maire e Robert Habeck. Contratti che fissano le quantità, il prezzo e le valute in cui devono essere pagate le forniture. Cambiare uno solo di questi paletti rappresenta - è la tesi degli occidentali - una violazione. Parigi e Berlino, hanno quindi assicurato, "si preparano" nel caso in cui la Russia bloccasse davvero il flusso di gas verso l'Europa e "si coordineranno" per reagire all'eventuale shock energetico provocato dal Cremlino. Le decisioni di Putin, comunque, non avranno alcuna conseguenza immediata. I prossimi pagamenti, quelli per le spedizioni di gas di aprile, sono previste a seconda dei contratti o alla fine del mese o a maggio.
La situazione però potrebbe non essere così drammatica. Il meccanismo contenuto nel decreto Putin prevede infatti che gli acquirenti dei Paesi europei ostili paghino la loro bolletta versando le somme in euro in un conto di Gazprombank, la banca del colosso energetico di proprietà del governo di Mosca esclusa dalle sanzioni occidentali e che ancora fa parte del circuito dei pagamenti internazionali Swift. Gazprombank, quindi, con quel denaro in valuta estera aprirà a sua volta dei conti speciali in rubli. Non solo. Il provvedimento indica anche la possibilità di concedere alcuni permessi per continuare ad effettuare pagamenti non in rubli. Intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere che al momento non c'è ancora un'interpretazione finale del provvedimento firmato da Putin e che la Commissione europea sta studiando in queste ore i vari aspetti interpretativi delle misure del Cremlino. Al momento, si sottolinea comunque, si potrà continuare ad effettuare i pagamenti in euro. E tra gli osservatori e gli esperti c'è anche chi arriva a parlare di "bluff" da parte del Cremlino.
La riposta a Mosca è stata la mossa shock di Joe Biden nella guerra energetica dell' Occidente contro il Cremlino sullo sfondo della guerra in Ucraina. Dopo aver varato l'embargo dei prodotti energetici russi, il commander in chief attinge a piene mani alle riserve strategiche di petrolio annunciando il rilascio di ben un milione di barili al giorno nei prossimi sei mesi per un totale di 180 milioni di barili, allo scopo di combattere l'inflazione e il caro benzina "causati dall'invasione lanciata da Vladimir Putin". "È il più grande rilascio di riserve petrolifere nella storia, una mossa senza precedenti", ha sottolineato Biden, spiegando che le ulteriori forniture "allevieranno le sofferenze degli americani" che "pagano le scelte di un dittatore" e serviranno "come ponte sino alla fine dell'anno, quando la produzione domestica aumenterà". Il presidente ha anche fustigato le major petrolifere americane che siedono sui loro profitti record (80 miliardi di dollari lo scorso anno) senza pompare più greggio sfruttando l'impennata dei prezzi legata alla guerra ("ad alcune piace questo aumento").
Rodolfo Ricci