Psicodramma in AirFrance, che dopo l’addio dell’ad del numero uno Jean-Marc Janaillac a seguito della bocciatura del referendum sull'accordo salariale da parte dei dipendenti e le dichiarazioni del ministro dell'economia francese Bruno La Maire che ha escluso una ricapitalizzazione della compagnia da parte dello Stato, affonda in Borsa toccando il livello più basso da ottobre 2008.
Diversi broker sottolineano come da un lato Air France perda un manager apprezzato e autorevole e dall'altro si apra per la compagnia una fase di instabilità, "con il rischio di mesi di incertezza davanti", afferma Kepler Cheuvreux. Si tratta del "peggior risultato possibile" sintetizza Bernstein, che lascia il vettore transalpino senza la guida di un ceo, senza un contratto di lavoro e con una vertenza aperta e sindacati probabilmente "imbaldanziti" dall'esito del referendum.
In questo quadro di incertezza, in attesa che il 15 maggio il cda torni a riunirsi per indicare una soluzione di governance transitoria, non si ferma la protesta dei lavoratori che da fine febbraio stanno scioperando a intermittenza per rivendicare le loro richieste salariali (una protesta costata già oltre 300 milioni di euro): oggi siamo già al quattordicesimo giorno di sciopero dal 22 febbraio, quando la vertenza ha avuto inizio. E domani si replica.
(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)