Non ci saranno ulteriori rinvii sul Patto di stabilità, la Ue non dà margini, ma il commissario Paolo Gentiloni è ottimista, un accordo sarà trovato entro la fine dell'anno. Anche perché l'alternativa (non certo incoraggiante per l'Italia) sarebbe un ritorno al passato e a regole che hanno già dimostrato tutti i loro limiti. "Dobbiamo trovare entro la fine dell'anno un'intesa sulle regole fiscali, sul Patto di stabilità e crescita. Sono soddisfatto del fatto che i governi stiano lavorando sulla base della proposta della Commissione e sono ottimista, se volete per necessità, sul fatto che sia possibile raggiungere un'intesa entro la fine dell'anno" dice il commissario europeo per l'Economia.
Un mancato accordo sul patto di stabilità con un ritorno alla situazione precedente metterebbe in luce le difficoltà delle regole precedenti che pur avendo alcuni elementi certamente utili e positivi da confermare non sono riuscite né a promuovere la crescita né a ridurre il debito, quindi riproporle non sarebbe certamente ideale, ha sottolineato Gentiloni, interpellato sui rischi di una mancata intesa che per motivi affini teme anche il governo Meloni.
Secondo le vecchie regole di spesa dell'Ue, i disavanzi pubblici degli Stati membri non devono superare il 3% del Pil e il debito dovrebbe rimanere al di sotto del 60% del Pil. In base a queste regole, gli Stati devono rimborsare il 5% annuo del debito che eccede il limite del 60%. "Abbiamo deciso di sospendere le regole del Patto di stabilità il 17 marzo del 2020, qualche giorno dopo la dichiarazione della pandemia, le abbiamo prolungate direi abbastanza facilmente nel 2021 con qualche discussione nel 2022, con molte discussioni nel 2023: non le prolungheremo", chiarisce Gentiloni. La nuova proposta della Commissione, su cui i 27 stanno discutendo, mantiene l'obiettivo precedente di limitare il debito, ma prevede piani specifici di rientro del debito specifici per ogni Paese. L'aggiustamento dei conti italiani sulla base di alcune simulazioni tecniche circolate a Bruxelles potrebbe comportare una riduzione del deficit strutturale dello 0,85% annuo nel caso di un piano a 4 anni e dello 0,45% medio se un piano a 7 anni.
"D'altra parte la presidente Lagarde ci ricorda spesso che raggiungere questa intesa è fondamentale anche nella valutazione complessiva che la Bce fa dei mercati e questo credo anche che sia uno dei motivi aggiuntivi per cui bisogna lavorare con grande spirito di responsabilità per un'intesa", ha ribadito il commissario europeo. Allargando lo sguardo anche all'agenda per l'Europa, il tema della seconda giornata al Forum Ambrosetti, Gentiloni, ricordando che le previsioni della Ue verranno aggiornate l'11 settembre, sottolinea che il Vecchio Continente si trova in un contesto di persistente inflazione, un contesto di rallentamento ma non di recessione.
Rodolfo Ricci