Jerome Powell non basta a Wall Street. Il presidente della Fed rassicura sui tassi e sulla politica monetaria, descrivendo una banca centrale "paziente" di fronte a quella che è ancora una strada lunga per centrare gli obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi. Un tono da colomba che non allevia però i timori sulla lentezza della banca centrale a reagire al recente rialzo dell'inflazione e dei rendimenti sui Treasury. E così i listini americani affondano e bruciano quasi tutti i guadagni del 2021 con i tecnologici che continuano a essere sotto pressione. Powell ammette che il balzo dei rendimenti sui titoli di stato ha attirato la sua attenzione e che la Fed sta monitorando, senza però offrire alcun dettaglio su cosa la banca centrale potrebbe fare per tamponare il balzo. Una mancanza che fa crollare i prezzi dei Treasury e salire ancora di più i rendimenti: quelli sui titoli a 10 anni sono schizzati all'1,5%, vicino al massimo da un anno. Balzo in avanti anche per le aspettative di inflazione, da giorni in aumento sulla scia della riapertura dell'economia e del piano da 1.900 miliardi di dollari di Joe Biden per la ripresa.
"Per quanto riguarda il mercato dei bond sarei preoccupato da condizioni disordinate o da una persistente stretta delle condizioni finanziarie che minacci il raggiungimento dei nostri obiettivi", si limita a dire Powell. "Saremo pazienti. La strada è ancora lunga per centrare i nostri obiettivi", afferma Powell nel corso di un evento organizzato dal Wall Street Journal, durante il quale definisce appropriata la politica monetaria della banca centrale. "È altamente improbabile che raggiungeremo la massima occupazione del 2021", spiega il presidente della Fed, precisando che ci vorrà del tempo prima che l'economia si riprenda dalla pandemia. Un tempo in cui l'inflazione potrebbe salire sopra l'obiettivo del 2%, ma si tratterà solo di un effetto transitorio.
Le calibrate parole di Powell per rassicurare sul fatto che la Fed non ritirerà le misure straordinarie messe in campo e non effettuerà alcuna aumento dei tassi non soddisfano però gli investitori, che temono un a stretta sul costo del denaro prima del previsto a fronte di un balzo dell'inflazione.
L' aumento dei rendimenti dei titoli di Stato è una "storia positiva" perché riflette le aspettative per un miglioramento dell'economia, ha detto invece l'esponente del Consiglio direttivo della Banca centrale europea Klaas Knot. "C'è motivo di essere ottimisti sulla seconda metà dell'anno in cui verranno tolti i blocchi", nonostante le incertezze sull'attuale campagna di vaccinazione e sullo stato di salute delle aziende, ha spiegato Knot parlando a una tavola rotonda sul webcast - riferisce Bloomberg - e "ciò che il mercato sta effettivamente facendo è fissare il prezzo dell'ottimismo". I rendimenti decennali greci e italiani sono aumentati di oltre 15 anni punti base nelle ultime due settimane, ma alla Bce hanno minimizzato le preoccupazioni sul rialzo dei tassi lasciando intendere di essere in grado di gestire il rischio con interventi verbali, incluso l' impegno ad accelerare l'acquisto di obbligazioni, se necessario. A differenza di Wall Street, non preoccupa che a febbraio il tasso d'inflazione annuo nell'Eurozona è stato dello 0,9%, stabile rispetto a gennaio e non in calo: questa la prima stima resa nota da Eurostat. Guardando alle componeneti dell'indice, si prevede che alimentari, alcol e tabacchi registreranno il tasso annuo più elevato a febbraio (1,4%, rispetto all'1,5% di gennaio), seguiti dai servizi (1,2%, rispetto all'1,4% di gennaio ), i beni industriali non energetici (1,0%, contro l'1,5% di gennaio) e l'energia (-1,7%, rispetto al -4,2% di gennaio). In Italia l'inflazione ha fatto segnare a febbraio l'1% contro il +0,7% registrato a gennaio. Sullo sfondo dei mercati mondiali si muove l'Opec, che lascia invariato il taglio delle quote di produzione di petrolio anche per il mese di aprile. La situazione di incertezza del mercato persiste nonostante la campagna vaccinale e gli stimoli dei governi e non consente ancora un aumento produttivo. Una mossa che innesca il rally delle quotazioni del greggio Wti e del Brent con rialzi superiori al 5% fino a sfiorare rispettivamente i 65 e i 67 dollari al barile . Ha vinto la linea del rigore dell'Arabia Saudita al vertice dell'Opec e dei suoi alleati che ha visto ancora una volta muro contro muro i due leader, Mosca e Riad.
Rodolfo Ricci