Utilizzabile ovunque e da chiunque, l' euro digitale rafforzerebbe l'economia europea e l'autonomia del Vecchio Continente. Ne è convinto Fabio Panetta, prossimo governatore della Banca d'Italia, intervenuto a Bruxelles alla Commissione per l'Economia e gli affari monetari del Parlamento europeo per l'ultima volta in qualità di membro del board esecutivo della Banca centrale europea. La moneta unica digitale "sarebbe basata su un'infrastruttura europea, riducendo la dipendenza da un ristretto gruppo di fornitori non europei", ha spiegato Panetta, da sempre volto Bce per l' euro digitale. Darebbe all'Ue "un'opportunità per porsi all'avanguardia nel dibattito internazionale sulla moneta della banca centrale, prestando particolare attenzione alla privacy e alla salvaguardia della sovranità monetaria nell'era digitale". Sarebbe un progetto che "offre benefici per tutti". Non solo. Se la moneta unica come moneta tangibile è stata il completamento dell'Unione monetaria, l' euro digitale ne proseguirebbe il percorso in un mondo digitalizzato.
"Personalmente ritengo che l'Europa non possa esimersi dall'essere ambiziosa, senza esitazioni, nello sviluppo di uno strumento che serva l'interesse pubblico e contribuisca a portare l'Europa e l' euro nell'era digitale", ha affermato Panetta. È giusto sottolineare che il denaro contante sta già oggi sparendo, superato progressivamente da strumenti quali carta di credito, bonifico e, in Italia, ad esempio Postepay, Satispay, Hype. Un euro digitale sarebbe privo di rischi, ampiamente accessibile, facile da usare e gratuito per le funzioni di base. Basta la parola? In verità, si sta per concludere dopo due anni la fase istruttoria avviata dall'istituto centrale sulla moneta unica digitale. A ottobre verranno presentati i risultati, in modo che la Bce possa decidere come proseguire il progetto.
A giugno la Commissione europea aveva presentato la proposta legislativa necessaria per istituire il quadro giuridico per l' euro digitale, accanto al contante in euro. Una garanzia, se attuato, per i consumatori e le imprese, in un momento storico in cui il mondo digitale delle carte vive in piena deregulation. Se approvato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, spetterà quindi alla Bce decidere se e quando emettere l' euro digitale, ma probabilmente solo tra diversi anni (l'attesa è che non avvenga prima del 2028). Una cosa è certa, secondo il futuro governatore di Bankitalia: "Ci sarebbero rischi maggiori se non emetteremo l' euro digitale, perché non è che si userebbe di più il contante, ci sarebbero altri fornitori di mezzi digitali di pagamento. E questi emettitori privati di mezzi di pagamento, stable coins, criptovalute, servizi stranieri, sarebbero molto meno attenti al preservare l'ordinato funzionamento del sistema finanziario. Ci sarebbe meno credibilità nel preservare, salvaguardare e proteggere la privacy".
Molto resta ancora da definire ma l’alternativa sono solo i mezzi privati nei pagamenti dei cittadini europei.
Rodolfo Ricci