I salari non hanno mantenuto il passo con la produttività e il lavoro vale sempre meno: con il rischio di un avvitamento dovuto al ricorso al credito non garantito, come è accaduto nella crisi del 2008. E' l’allarme contenuto nel rapporto Oxfam sulla ricchezza – diffuso alla vigilia del meeting annuale del Forum economico mondiale di Davos - che quest'anno sceglie di focalizzare all'attenzione proprio sulla necessità di “Ricompensare il lavoro, non la ricchezza”.
I dati indicano come ad un costante incremento dei profitti di azionisti e top manager corrisponde un peggioramento altrettanto costante dei salari e delle condizioni dei lavoratori. Con una discriminazione che - come dimostrano anche gli ultimi dati dell'Onu - diventa ancora più acuta per le donne.
Dal rapporto emerge l'allargamento della forbice tra i più ricchi e i poveri del mondo. L'82% dell'incremento di ricchezza netta registrato tra marzo 2016 e marzo 2017 è andato all'1% più ricco della popolazione globale, mentre a 3,7 miliardi di persone che costituiscono la metà più povera del mondo non è arrivato un solo centesimo.
La disuguaglianza desta seria preoccupazione anche in Italia. A metà 2017 il 20% più ricco degli italiani deteneva oltre il 66% della ricchezza nazionale netta, il successivo 20% ne controllava il 18,8%, lasciando al 60% più povero appena il 14,8% della ricchezza nazionale. Il rapporto Oxfam evidenzia che la quota di ricchezza dell'1% più ricco degli italiani superava di 240 volte quella detenuta complessivamente dal 20% più povero della popolazione. Un divario in crescita.