Quindici ore di trattative notturne per alzare l'asticella delle ambizioni green dell'Europa e nobilitare il ruolo del nucleare nella produzione dell'idrogeno pulito, pomo della discordia di un duello tra i Ventisette che al momento premia Parigi ma che continuerà a tenere banco nei mesi a venire. Con un faticoso compromesso, le istituzioni Ue hanno fatto un altro passo avanti sul maxi-pacchetto 'Fit for 55' per trasformare il Vecchio Continente in una parte di mondo a emissioni zero entro il 2055. A partire dal raddoppiare sulle rinnovabili: l'obiettivo vincolante è di renderle protagoniste del 42,5% dei consumi finali Ue di energia elettrica entro il 2030. Soglie da raggiungere con una decisa decarbonizzazione dell'industria, permessi più veloci, maggiore efficienza per gli edifici, e tagli delle emissioni per i trasporti. In linea con la volontà, sempre più forte dall'inizio dell'aggressione russa in Ucraina, di conquistare "una sovranità energetica" capace, negli auspici del vicepresidente Ue, Frans Timmermans, di ridurre insieme importazioni fossili e bollette. In costante ascesa dal 2004, la quota delle rinnovabili sul suolo europeo si attesta ora intorno al 22%.
L'obiettivo del 42,5%, nelle stime offerte dall'eurodeputato Markus Pieper alla testa della maratona negoziale, al momento sembra essere alla portata soltanto della Svezia. Ma presto potrebbero arrivare anche la Finlandia e, a catena, un drappello di Nordici e Baltici, anche grazie al riconoscimento delle biomasse tra le fonti pulite. Un'avanzata che sarà sospinta - nel solco di quanto già indicato nel RePowerEu - da autorizzazioni più veloci con limiti massimi compresi tra i 18 e i 27 mesi, che potrebbero aiutare anche l'Italia sbloccare decine di progetti legati al fotovoltaico e all'eolico. Accanto, vi sono anche un obiettivo indicativo di almeno il 49% di fonti pulite negli edifici entro il 2030, il taglio dell'intensità dei gas serra del 14,5% o un target 'green' del 29% nei trasporti, settore nel quale - dopo il recente scontro sullo stop ai motori termici dal 2035 - viene contemplato anche l'uso di 'biocarburanti avanzati'.
Ma la nuova meta finale sulle rinnovabili può fare da traino anche quelle capitali - Parigi in testa - che insistono per giocarsi l'asso del nucleare. Dopo giorni di pressing il governo francese ha ottenuto che l'idrogeno prodotto dall'atomo fosse incluso nell'accordo: potrà essere conteggiato per coprire il 20% dei target di produzione di idrogeno rinnovabile fissati al 42% entro il 2030 e al 60% entro il 2035. Uno 'sconto' che tuttavia può essere ottenuto solo al verificarsi di due condizioni: se chi vuole usare l'atomo è in linea con l'obiettivo generale del 42,5% di rinnovabili; e se la quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nel Paese non sarà superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035. Un compromesso capace di portare alla fine a bordo anche Germania, Austria e Lussemburgo, già pronte a dare battaglia contro i mini reattori nucleari e a qualsiasi forma di equivalenza tra l'atomo e le energie verdi anche nel piano industriale Ue 'Net-Zero' ancora da negoziare. Cosa succede dall’altra parte dell’Atlantico?
Per la prima volta negli Stati Uniti la produzione di energia rinnovabile ha superato quella da carbone nel 2022. Lo ha annunciato la U.S. Energy Information Administration (Eia, l'agenzia statistica e analitica del Dipartimento dell' energia degli Stati Uniti d'America). Il sorpasso è stato trainato dal solare e dall'eolico, i quali hanno contribuito al 14% dell'energia prodotta a livello domestico. Le rinnovabili hanno anche superato il nucleare confermando il trend dell'anno scorso. Secondo i dati, la California ha prodotto il 26% di energia solare, seguita dal Texas con 16% e il nord Carolina con l'8%. Il Lonestar State è invece in testa per quanto riguarda la produzione di energia eolica con il 26%, al secondo posto c'è l'Iowa con il 10% e l'Oklahoma con il 9%. Gregory Wetstone, presidente e amministratore delegato di American Council on Renewable Energy, ha spiegato che l'aumento della produzione di energia rinnovabile è guidato da fattori economici.
"Negli ultimi dieci anni il costo della produzione di energia eolica è sceso del 70% mentre quello per il solare è sceso del 90%". Ha aggiunto che attualmente l'energia da fonti rinnovabili è la fonte più conveniente di nuova elettricità nel paese. L'Energy Information Administration stima che la produzione di eolico aumenterà dall'11% al 12% nel 2023, il solare dal 4% al 5%, la produzione di gas naturale rimarrà invariata al 39% mentre la produzione di energia da carbone passerà dal 20% al 17%.
Rodolfo Ricci