Venerdì 22 novembre 2024, ore 20:09

Washington 

Negli Usa crescono ancora gli occupati ma slitta la svolta sui tassi 

Gli Usa continuano a macinare posti di lavoro, confermando la resilienza del mercato occupazionale e facendo sfumare quindi la speranza di una immediata riduzione dei tassi da parte della Fed. Ma i dati aprono la porta in questa direzione nei primi mesi del 2024. In novembre sono stati creati 199.000 posti di lavoro (escluso il settore agricolo) rispetto al mese precedente, sopra le stime degli analisti che scommettevano su 180 mila. L'aumento comprende circa 41.000 dipendenti tornati al lavoro dopo gli scioperi in vari settori, in particolare quello automobilistico e dello spettacolo. Il tasso di disoccupazione è sceso invece al 3,7%, contro le attese di una conferma del 3,9% di ottobre.

Rafforzando il quadro di una domanda ancora forte, i salari solo cresciuti mensilmente dello 0,4%, più delle previsioni. Una buona notizia anche per Joe Biden, che festeggia gli oltre 14 milioni di posti di lavoro creati dal suo insediamento e l'inatteso primato dell'economia americana nel mondo: "Il tasso di disoccupazione è rimasto al di sotto del 4% per 22 mesi consecutivi e l'inflazione è scesa di due terzi. Gli stipendi dei lavoratori e la ricchezza delle famiglie sono ora più alti rispetto a prima della pandemia, tenendo conto dell'inflazione. Sotto la mia presidenza abbiamo ottenuto una crescita migliore e un'inflazione più bassa rispetto a qualsiasi altro paese avanzato. Un anno fa gli analisti dissero che non era possibile farlo". I dati sono l'ultimo segnale che l'economia americana rimane lontana dal territorio della recessione, nonostante un anno e mezzo di aumenti dei tassi di interesse che hanno pesato sulla spesa dei consumatori e sugli investimenti delle imprese. I numeri non indicano un'economia surriscaldata nè carenze di manodopera che, aumentando i salari, aumentano anche l'inflazione.

La crescita di novembre è stata sostanzialmente in linea con quella degli ultimi mesi, tenendo conto degli scioperi, anche se in calo rispetto ai 240.000 posti di lavoro al mese aggiunti in media nel corso dell'anno terminato a ottobre. La traiettoria per gran parte del 2023 ha puntato esattamente verso il tipo di 'soft landing', di atterraggio morbido, che la Fed sta perseguendo con la sua politica dei tassi di interesse: un numero storicamente elevato di opportunità di lavoro è lentamente e costantemente diminuito, inizialmente senza un aumento significativo del tasso di disoccupazione.

Anche gli attuali livelli di crescita salariale potrebbero essere coerenti con l'obiettivo della Fed di una inflazione al 2% annuo, con un tasso sceso recentemente al 3%, meno della metà di quello che era quando sono iniziati gli aumenti dei tassi. I numeri sul mercato del lavoro probabilmente non stimoleranno una reazione immediata da parte della banca centrale americana, che dovrebbe lasciare invariati i tassi di interesse, in attesa dei nuovi dati sull'inflazione. Nessuna mossa forse neppure a gennaio, ma - secondo gli analisti - una riduzione potrebbe essere presa in considerazione dai mesi successivi.

Rodolfo Ricci

( 12 dicembre 2023 )

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