Voucher e aiuti diretti alle famiglie in difficoltà, riduzione dell'Iva e spostamento fuori bolletta degli oneri per le rinnovabili. Misure da coprire anche con i proventi delle aste dell'Ets che finiscono nelle casse degli Stati, lievitati di 10,8 miliardi in nove mesi grazie all'aumento del prezzo della CO2. Il vademecum della Commissione europea sui prezzi dell'energia pubblicato ieri conferma che la risposta a breve termine al caro energia la dovranno gestire le capitali nel perimetro delle regole Ue. Ma Bruxelles è consapevole delle conseguenze più vaste che la crisi potrebbe avere. Sui rapporti con i paesi vicini, da cui dipende per le forniture di gas e petrolio, e sul piano interno, ovvero sul Green Deal. Sul primo fronte, alle porte dell'inverno, preoccupa soprattutto il gas.
La Commissione ha annunciato un'indagine su eventuali comportamenti anti-competitivi nel mercato e vigila su eventuali speculazioni nell'Ets, di cui comunque a oggi non c'è traccia. Gazprom ha "ha offerto poca o nessuna capacità extra per allentare la pressione sul mercato del gas dell'Ue", ha detto la commissaria Ue per l'energia Kadri Simson. "La Russia ha aumentato le forniture del 15%", ha risposto il presidente russo Vladimir Putin, ed è "pronta ad aumentarle ancora, se ce lo chiederanno". Il presidente russo ha anche spiegato che Gazprom è interessata a contratti a lungo termine, che danno stabilità dando un "vantaggio a fornitore e consumatore".
Sul fronte interno, il caro prezzi ha spinto la Francia e i paesi dell'Est Europa a tornare a chiedere una patente di sostenibilità per il nucleare. La Commissione si è limitata a ripetere che deciderà sulla base della scienza e a tempo debito. Lo stesso vale per il ruolo del gas nel periodo di transizione. Ma lo stallo dura da aprile, con la Germania che guida un gruppo di Stati totalmente contrari a dare l'ok agli investimenti verdi sull'atomo. E intanto il Consiglio Ue ha bloccato la decisione già presa su tutte le altre attività economiche green finché non ci sarà chiarezza anche sul ruolo del nucleare e del gas.
Per ora Bruxelles ha consegnato quanto promesso: una panoramica di quel che gli Stati possono fare con le regole attuali per fronteggiare i rincari; un'analisi del mercato che annuncia prezzi più bassi dopo l'inverno; l'impegno a valutare entro dicembre l'opzione di riserve comuni di gas, con adesioni volontarie da parte dei paesi. Una richiesta arrivata dalla Spagna e anche dall'Italia. La proposta francese di modifica del meccanismo del mercato Ue dell'energia che nella situazione attuale fa sì che il gas faccia il prezzo per tutti gli altri, invece, ha ricevuto una esplicita bocciatura.
"Non è chiaro come un sistema del genere possa funzionare meglio dell'attuale, che assicura l'incontro di domanda e offerta in ogni momento e incentiva gli investimenti in rinnovabili di cui abbiamo bisogno", ha detto la commissaria Simson. Ma le partite sul caro energia e il ruolo di gas e nucleare nella transizione restano aperte. Il documento presentato ieri sarà la base su cui si confronteranno i leader europei nel vertice in programma della settimana prossima. E subito dopo, il 26 ottobre, secondo quanto annunciato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, si terrà una riunione straordinaria dei ministri dell'Energia Ue.
Rodolfo Ricci