In piazza per dire basta alle società di comodo. E’ quanto sta accadendo oggi n 34 Paesi europei, dove i sindacati hanno aderito alla campagna lanciata dalla Fetbb, la Federazione europea degli edili. Le società di comodo sono quelle società create ad hoc, con l’intento di eludere gli obblighi legali e convenzionali. “La legislazione europea vigente – spiegano in una nota i segretari generali delle federazioni di categoria italiane Feneal, Filca e Fillea, Vito Panzarella, Domenico Pesenti, che è anche Presidente della Fetbb, e Walter Schiavella – consente a chiunque di costituire in brevissimo tempo una società in un altro Paese, senza essere oggetto di controlli e senza che la società svolga effettivamente un’attività economica. Un espediente utilizzato spesso da vere e proprie associazioni criminose, che fondano società fittizie in Paesi in cui la contribuzione sociale è bassa e non vi sono controlli né sulle attività delle imprese né sul versamento dei contributi sociali, come accade in Irlanda, Regno Unito, Cipro, Estonia, Bulgaria, Slovenia, solo per citarne alcuni".
"La libera concorrenza nell’Unione Europea – aggiungono – non deve permettere alle società di comodo straniere di non pagare miliardi di euro di contributi previdenziali e di sfruttare i lavoratori”. Per contrastare questo fenomeno, molto diffuso in edilizia per l’impiego di lavoratori transfrontalieri e distaccati temporaneamente, i sindacati chiedono “una revisione radicale sia della vigente direttiva europea sulla prestazione di servizi, sia del regolamento sulla sicurezza sociale”. Ma l’obiettivo è anche quello di scongiurare l’approvazione della proposta di legge dell’Unione europea che obbliga gli Stati membri ad autorizzare la costituzione all’estero, ad opera di soggetti non identificati, di società con un capitale di 1 euro. “L’entrata in vigore di questa legge – sostengono Panzarella, Pesenti e Schiavella – sarebbe un errore gravissimo, perché faciliterebbe ancor di più il dumping sociale e le frodi, a tutto svantaggio dei lavoratori, soprattutto quelli dell’edilizia”.
Per maggiori informazioni consulta il sito: http://www.stopletterboxcompanies.eu