Serve una protezione legale a livello europeo per i cosiddetti whistleblowers, vale a dire quelle fonti riservate o informatori attraverso le quali la società civile viene messa a conoscenza di documenti oscurati dai governi. A chiederlo è la Confederazione europea dei sindacati (Ces), in un comunicato diffuso a seguito della cancellazione della sentenza di condanna da parte della Corte di cassazione del Lussemburgo, a carico del francese Antoine Deltour, uno dei due informatori che diedero origine allo scandalo LuxLeaks, riguardante le agevolazioni fiscali di cui avevano goduto molti giganti aziendali quando nel granducato era premier l’attuale presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Junker.
"Le persone dovrebbero essere in grado di esporre comportamenti sbagliati senza paura di ritorsioni", ha dichiarato Esther Lynch, segretario confederale della Ces. "È bene che la Corte abbia annullato la sentenza contro Antoine Deltour, ma non avrebbe dovuto essere perseguito in primo luogo”. Per la sindacalista “deve esserci una protezione legale a livello europeo per gli informatori, invece dell'attuale complicato mosaico di protezione frammentaria che lascia gli informatori vulnerabili a perdere il lavoro, i mezzi di sussistenza e persino la loro libertà”. Da qui la richiesta della Ces di “una direttiva Ue per proteggere coloro che denunciano illeciti".
Deltour, cittadino francese ed ex impiegato di PricewaterhouseCoopers, aveva copiato migliaia di file contenenti i cosiddetti tax rulings (le decisioni amministrative anticipate emesse dall'amministrazione fiscale a favore di società private, ndr), che poi erano stati pubblicati dal Consorzio Internazionale del Giornalismo Investigativo (ICIJ) provocando lo scandalo dei LuxLeaks e gettando luce sulle pratiche fiscali del Lussemburgo.
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