Venerdì 22 novembre 2024, ore 21:42

Bce 

Lagarde: rialzo ulteriore dei tassi anche con una recessione 

L'inflazione è ancora troppo alta nell'area dell'euro nel suo complesso. La scorsa settimana abbiamo deciso di aumentare i tassi di interesse per la terza volta consecutiva. E prevediamo di aumentarli ulteriormente per assicurarci che l'inflazione ritorni tempestivamente al nostro obiettivo di medio termine del 2%". Èquesto lo scenario prospettato dalla presidente della Bce, Christine Lagarde in un'intervista al lettone Delfi. Più a lungo l'inflazione si mantiene su livelli così elevati, maggiore - rileva Lagarde - è il rischio che si diffonda nell'economia. I consumatori e le imprese inizierebbero ad aspettarsi tassi di inflazione più elevati in futuro e questo è pericoloso. È una situazione che dobbiamo evitare. "Ecco perché siamo determinati a fare tutto il necessario per riportare l'inflazione al nostro obiettivo del 2%", ha ribadito. Una posizione da 'falco' proprio in un momento in cui Bruxelles sta discutendo sul nuovo Patto di Stabilità. Più tempo per ridurre il debito, più trasparenza ma anche più rapidità nei controlli.

L'Italia si avvicina alla difficile prova del debito e della manovra economica con una novità all'orizzonte: appunto la riforma del Patto di stabilità. Il 9 novembre, salvo colpi di scena, la Commissione presenterà la sua proposta ma il pacchetto è ormai in dirittura di arrivo. E, spiegano diverse fonti europee, sta gradualmente guadagnando un ampio consenso degli Stati membri. All'insegna di un principio, innanzitutto: il rientro dal debito resta la stella polare, ma deve essere anche realistico. Una delle principale novità che la Commissione si appresta a proporre è l'abolizione della regola del ventesimo, secondo la quale gli Stati, annualmente, devono ridurre la quota eccedente nella misura di 1/20 del gap fra il livello corrente di debito/Pil ed il limite del 60%. Dall’altra parte dell’Atlantico, precedenti storici a parte, gli analisti temono che la Fed resterà 'falco' a lungo, mantenendo il costo del denaro elevato con conseguenze tutte da verificare per l'economia e per i mercati, che attendono cauti la decisione delle prossime ore.

Un rialzo dello 0,75% è dato per scontato, con i tassi che dovrebbero così salire in una forchetta fra il 3,75% e il 4%. E le Borse guardano già oltre, più preoccupate dalle prossime mosse della banca centrale. I dati macroeconomici mostrano un'economia americana in crescita, un'inflazione che seppur in rallentamento si mantiene sui massimi degli ultimi 40 anni, e soprattutto un mercato del lavoro forte. A sorpresa a settembre i posti disponibili sono saliti a 10,7 milioni, indicando una forte richiesta e aprendo la porta alla possibilità di una guerra dei salari per attirare lavoratori. Un'ipotesi che rischia di alimentare l'inflazione e, quindi, aumentare la pressione sulla Fed. Dopo il rialzo dello 0,75% di novembre la banca centrale dovrebbe - secondo le attese - rallentare la velocità di azione, ritoccando il costo del denaro dello 0,50% in dicembre e dello 0,25% in febbraio e marzo, quando i tassi sono attesi al 5%.

Rodolfo Ricci

( 2 novembre 2022 )

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