Nessuno ne poteva dubitare, La Germania si conferma leader negli aiuti di Stato: nel 2019 la sua spesa per sostenere la congiuntura ha superato la soglia dell'1,5% del Pil nazionale, rappresentando il 39% dell'intera spesa Ue. Viceversa, l'Italia è quint'ultima in Ue con lo 0,3% del suo Pil usato per concedere sussidi pubblici. E' quanto rileva la Commissione Ue nel suo scoreboard sugli aiuti di Stato dei Ventisette e del Regno Unito (esclusi i sussidi in favore di ferrovie, agricoltura e pesca). Prima dell'introduzione del quadro temporaneo Ue sugli aiuti di Stato per favorire l'iniezione di denaro davanti alla crisi pandemica, la spesa pubblica dei governi europei - Regno Unito compreso - in forma di aiuti era in costante aumento sia in termini assoluti che in relazione al Pil.
Nel 2019, ha raggiunto i 134,6 miliardi di euro (lo 0,8% del Pil), rispetto ai circa 130 miliardi del 2018. Il 51% delle sovvenzioni (69,1 miliardi) è andato a progetti ambientali e di risparmio energetico, il 10% (13,9 miliardi) alla ricerca, sviluppo e innovazione e l'8,5% (11,5 miliardi) allo sviluppo regionale. Negli ultimi due decenni Bruxelles ha osservato "una tendenza positiva" per la maggior parte degli Stati membri nella spesa del denaro pubblico, ad eccezione di Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Lettonia, Bulgaria e Cipro. Guardando al rapporto tra gli aiuti di Stato concessi e il Pil nei maggiori Paesi Ue, nel 2019 la Germania è stata l'unica a superare la media Ue. La Francia ha registrato una spesa dello 0,8% del Pil, mentre Spagna e Paesi Bassi si sono fermate a poco più dello 0,2%.
Un dato che conferma questa tendenza; l'inflazione nel mese di maggio in Germania ha raggiunto un +2,5% rispetto ai valori dello stesso periodo dell'anno precedente, crescendo per il quinto mese di fila: è quanto confermano i dati pubblicati dall'Ufficio federale di statistica tedesco. Rispetto ad aprile l'aumento dei prezzi al consumo è di un +0,5%. L'ultima volta che aveva raggiunto questo livello era 10 anni fa, il 2011.
Non è un caso che la Cancelliera tedesca sia stata protagonista dell’ulyimo vertice G7 in Cornovaglia. "L'elezione di Joe Biden a presidente degli Stati Uniti non significa che non ci sono più problemi nel mondo, ma che possiamo lavorare con un nuovo impulso alla loro soluzione". Parola di Angela Merkel, che sullo sfondo dell'azzurro intenso del mare di Carbis Bay, ha salutato la sua ultima partecipazione al G7. Grande mediatrice dei summit, alla guida del mondo libero nella turbolenta era Trump, la cancelliera ha simbolicamente consegnato le chiavi della difesa della democrazia globale al nuovo leader Usa, promotore di una nuova alleanza basata su valori ed i diritti.
Ma prima di lasciare la ribalta politica vissuta da protagonista, Merkel sarà ancora a Washington, primo capo di governo di un Paese dell'Unione europea ad essere ricevuto da Biden alla Casa Bianca. Nei 14 anni trascorsi da quando la cancelliera nel 2007 ospitò i leader mondiali al G8 (all'epoca partecipava anche la Russia) di Heiligendamm, sulla costa tedesca del Mar Baltico, di cose ne sono cambiate molte. Allora Merkel era al suo primo mandato. Unica donna nel club dei potenti, e relativamente nuova alle questioni internazionali, dimostrò la sua capacità di influenza fin da subito, ottenendo che George W. Bush, ex petroliere texano, riconoscesse i cambiamenti climatici come una minaccia globale. Nel tempo si è affermata come un'ancora di stabilità, capace di instaurare un clima di fiducia e di risolvere le questioni più spinose. Nei quindici anni di guida del governo federale ha evitato in più occasioni lo sgretolarsi dell'Unione - dall'epoca delle minacce di una Grexit alla pandemia di Covid 19, col decisivo e niente affatto scontato via libera di Berlino al Recovery Fund - mettendo tutto il peso del suo prestigio internazionale nel contrasto ai tentativi incrociati di populisti e nazionalisti di spaccare il progetto dell'Unione. Alla fine, alla stampa che le chiedeva se avesse ricevuto regali per l'ultima volta al tavolo dei grandi, ha risposto nel suo stile: "Ho ricevuto buone notizie".
Rodolfo Ricci