Venerdì 22 novembre 2024, ore 17:24

Montecitorio 

La delega fiscale taglia il traguardo alla Camera 

Alla fine è arrivato dalla Camera il via libera definitivo sulla delega fiscale. Ora la palla passa al Governo per l'attuazione: 24 mesi per approvare i decreti delegati che dovranno definire il fisco italiano del futuro. Dalla riduzione delle aliquote Irpef all'Iva, dalle microtasse alle transazioni internazionali, fino alla rimodulazione delle centinaia di agevolazioni fiscali. Con un nodo importante: quello delle risorse necessarie per finanziare le misure, come quella dell'alleggerimento delle tredicesime o della cancellazione delle micro tasse. Più premi ai contribuenti virtuosi, stop alle sanzioni penali per le aziende che collaborano con il fisco e anche ai paperoni che vivono all'estero. Possibilità di pagare le tasse con il Rid bancario o le carte e addio all'automatismo, inizialmente previsto, sul prelievo forzoso. Rifinanziare il taglio del cuneo sui salari medio-bassi, che ritornerebbero pieni da gennaio, costerebbe sui 10 miliardi per l'intero anno. Il solo adeguamento delle pensioni all'inflazione altri 14 miliardi, senza contare l'impegno ad una nuova flessibilità in uscita dal mondo del lavoro. E poi ci sono le spese che ogni anno vanno rifinanziate. Il governo ha già annunciato di voler ridurre le 625 agevolazioni e sconti (tax expenditure).

Arriva poi, a dare gettito, l' "imposta minima nazionale", da applicare recependo una direttiva europea sulle multinazionali che hanno stabilimenti nel Paese ma pagano poche tasse utilizzando le scappatoie del fisco internazionale. Un vero cambiamento è atteso per l'Irpef. Nella delega si ipotizza una transizione verso l'aliquota unica. Ma ci si arriverà in vari passaggi. Le ultime novità sono state introdotte al Senato e riguardano, contestatissime, possibili regolarizzazioni e sanatorie. Saltano le sanzioni penali tributarie, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per chi aderisce all'adempimento collaborativo previsto per le grandi imprese (ma si pensa ad un'estensione anche a quelle medie) se si sono avuti "comportamenti collaborativi" e se è stata comunicata "preventivamente ed esaurientemente l'esistenza dei relativi rischi fiscali". Sempre nell'accertamento contributivo si escludono le sanzioni amministrative e si riducono i termini di decadenza per l'accertamento ai contribuenti con sistema di gestione del rischio fiscale certificato da professionisti qualificati.

Ma non si è dimenticato che l’Italia resta un Paese con prezzi ancora troppo elevati. Allora, dal primo ottobre scatterà il trimestre anti-inflazione sul carrello della spesa. È quanto prevede il protocollo di intesa sottoscritto oggi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso e dai rappresentanti delle associazioni della distribuzione moderna e del commercio tradizionale, secondo quanto si apprende da una nota. Il protocollo ha l'obiettivo di accelerare il processo di rientro dell'inflazione già in corso negli ultimi mesi e che è proseguito anche a luglio. All'accordo non partecipa l'industria della trasformazione.

Entro il 10 settembre - spiega il testo - saranno definite con le associazioni che hanno sottoscritto l'accordo, che riguarda anche beni primari non alimentari come i prodotti per l'infanzia, le modalità del "trimestre anti inflazione", che durerà dal 1 ottobre al 31 dicembre e che prevedrà prezzi calmierati su una selezione di articoli rientranti nel "carrello della spesa", attraverso diverse modalità, come l'applicazione di prezzi fissi, attività promozionali sui prodotti individuati, o mediante iniziative sulla gamma di prodotti a marchio come carrelli a prezzo scontato o unico.

Rodolfo Ricci

( 4 agosto 2023 )

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