La Bce sta studiando un nuovo programma di acquisto di obbligazioni statali da utilizzare in caso di emergenza prevenire eventuali turbolenze del mercato, per quando terminerà il Pepp, il programma di acquisto dei titoli di Stato che è stato messo in capo per contrastare gli effetti economici della pandemia. Lo riporta Bloomberg, citando funzionari competenti in materia, e spiegando che servirà per quando gli acquisti del Pepp verranno gradualmente eliminati, il prossimo anno. Non risultano decisioni prese e un portavoce della Bce, a quanto viene riportato, ha osservato che viene discussa in proposito una vasta gamma di idee, non tutte necessariamente presentate al Consiglio direttivo o al Comitato esecutivo. La misura in questione, secondo quanto riferito dai funzionari in questione, servirebbe nel caso di una svendita, a Pepp chiuso, di titoli di Paesi altamente indebitati, come l'Italia.
La Bce in effetti si aspetta che gli attriti creati dalla ripartenza delle economie dopo la pandemia "siano principalmente transitori. Ma è difficile prevedere esattamente quanto dureranno le perturbazioni" che hanno fatto schizzare al rialzo il tasso d'inflazione, ha detto in cconferenza stampa la presidente Christine Lagarde dopo un evento a porte chiuse a Francoforte. "Non dobbiamo reagire eccessivamente alle carenze di offerta o al rialzo dei prezzi energetici, perché la politica monetaria non può influenzare direttamente questi fenomeni", ha detto Lagarde.
Tuttavia la Bce "farà grande attenzione agli sviluppi salariali e alle aspettative d'inflazione, per assicurare che queste siano ancorate al 2%". La sfida chiave è assicurarci di non reagire eccessivamente a shock transitori dal lato dell'offerta. Il boom dei prezzi di fine anno era ampiamente previsto, ma le previsioni di medio termine della Bce indicano una frenata nel 2022 e 2023, quando i prezzi dovrebbero essere ancora inchiodati a una media dell'1,5%, ben lontani dal l'obiettivo del 2% di Francoforte. Le aspettative d'inflazione misurate dagli swap a cinque anni sono ferme a 1,8%: ancora non ci siamo, è il discorso che arriva dalla Bce, e dunque non è ancora il momento di ritirare le misure straordinarie.
Il momento è delicatissimo per le prossime scelte della Bce: a dicembre, si farà il punto sul futuro del Pepp, il programma per l'emergenza pandemica che ha fatto crollare i rendimenti - fra gli altri - dell'Italia, evitando i rischi di "frammentazione" dell'euro e consentendo ampi margini di bilancio al Governo.
Poi c’è il problema delle tassazioni. È "importante" trovare presto un'intesa con tutte le parti interessate sulla riforma della tassazione internazionale sulle società: questo il punto su cui il commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni e il segretario al tesoro Usa Janet Yellen si sono trovati d'accordo nel corso di una videoconferenza svoltasi ieri pomeriggio. Lo ha reso noto un portavoce della Commissione europea. Nel corso dell'incontro virtuale Gentiloni e Yellen hanno fatto il punto sui progressi fin qui registrati nella discussione sulla tassazione delle multinazionali nel quadro dell'Ocse. Ed hanno concordato sull'importanza che si raggiunga un accordo "nei prossimi giorni" sulle questioni rimaste ancora aperte. Della minimun tax sulle multinazionali se ne parlerà in sede Ocse giovedì prossimo. Poi la discussione si sposterà al G20 finanziario in programma a Washington la settimana prossima. Ed eventualmente se ne tornerà a parlare al vertice G20 in programma a Roma a fine mese.
Rodolfo Ricci