La Banca centrale europea ha compiuto una delle scelte più difficili di sempre, ancor più di quella del 21 luglio, quando ha alzato i tassi d'interesse per la prima volta da undici anni, mettendo fine all'era dei tassi negativi. Due mesi fa, non aveva grande scelta: per combattere l'inflazione galoppante poteva solo agire con determinazione prima che la recessione, ormai all'orizzonte, chiudesse la finestra per agire. Ora, 'falchi' e 'colombe' hanno assunto posizioni lontane e senza merci di scambio. Risultato? La Bce ha alzato ieri i tassi d'interesse di 0,75 punti. Il tasso principale sale a 1,25%, il tasso sui depositi a 0,75% e il tasso sui prestiti marginali a 1,5%, come è stato puntualizzato in un comunicato stampa dopo la riunione del board. "Il Consiglio direttivo ha preso la questa decisione, e prevede di aumentare ulteriormente i tassi di interesse, perché l'inflazione rimane troppo alta ed è probabile che rimanga al di sopra dell'obiettivo per un lungo periodo", ha dichiarato la presidente Christine Lagarde.
"L'impennata dei prezzi di energia e generi alimentari, le pressioni sulla domanda in alcuni settori e le strozzature dell'offerta continuano a far salire l'inflazione", ha detto Lagarde, sottolineando che l'inflazione potrebbe aumentare ulteriormente nel breve termine. Poi le previsioni economiche: "Dopo un rimbalzo nella prima metà del 2022, dati recenti indicano un sostanziale rallentamento della crescita economica dell'area euro, con un'economia che dovrebbe ristagnare nel corso dell'anno e nel primo trimestre del 2023", ha scritto la Bce nel comunicato tagliando le stime. L'economia crescerà del 3,1% nel 2022, dello 0,9% nel 2023 e dell'1,9% nel 2024. "I prezzi molto elevati dell'energia stanno riducendo il potere d'acquisto dei redditi delle persone e, sebbene le strozzature dell' offerta si stiano attenuando, continuano a limitare l'attività economica". Inoltre, la guerra "pesa sulla fiducia di imprese e dei consumatori". Non finisce qui. "Le misure di bilancio decise da alcuni stati per mitigare gli alti prezzi dell'energia dovrebbero essere temporanee e mirate alle famiglie e imprese più vulnerabili in modo da limitare i rischi di alimentare l'inflazione", ha sottolineato la presidente della Bce nella conferenza stampa.
Ma anche una piccola confessione: "Il Consiglio direttivo ha deciso all'unanimità di alzare i tassi di 75 punti, abbiamo visioni diverse intorno al tavolo ma il risultato è unanime". Non poteva mancare il riferimento alla guerra in Ucraina, che "resta un rischio significativo per la crescita, soprattutto se le imprese e le famiglie devono affrontare il razionamento delle forniture energetiche e che, nello scenario negativo di stop del gas russo preso in considerazione nelle nuove stime, porterebbe a una crescita negativa nel 2023", ha concluso Christine Lagarde.
Rodolfo Ricci