La ripresa 'sente' il peso di Omicron, della crisi energetica e dell'inflazione ma la perdita di slancio non durerà a lungo. Nella settimana delle previsioni economiche invernali l'Ue registra la congiuntura negativa in cui è entrata l'Europa dalla fine dell'anno scorso ma non cambia, di fatto, il binario principale del suo orizzonte di crescita. E Bruxelles si prepara, con estrema cautela, a entrare nel vivo di una riforma del Patto di stabilità dove la riduzione del debito resta un totem intoccabile. "È importante che il sostegno sia ben mirato e non si traduca in un onere permanente per le finanze pubbliche", è il messaggio inviato dal vicepresidente esecutivo della Commissione Valdis Dombrovskis. In circa tre ore, alla commissione Affari Economici e Monetari del Parlamento Ue, prima Dombrovskis e Paolo Gentiloni e poi Christine Lagarde hanno delineato un quadro economico in chiaroscuro per l'eurozona e l'Unione Europea.
La presidente della Bce, di fronte al costante aumento dei prezzi e alla crisi energetica innescata anche dalle tensioni con Mosca, ha invitato tutti alla calma, sottolineando come, "un aumento dei tassi a breve termine non risolverebbe automaticamente i problemi su prezzi energetici e forniture". L'inflazione, secondo Lagarde, è destinata comunque a tornare sotto controllo. "Rispetto alle nostre aspettative di dicembre - ha rimarcato - i rischi sulle prospettive inflazionistiche aumentano nel breve termine" ma secondo gli indicatori di lungo periodo "l'inflazione tornerà al 2% entro il 2023 e dovrebbe restare attorno a questa quota successivamente".
A marzo, con i dati aggiornati, l'Eurotower valuterà il da farsi mantenendo salda la "determinazione ad assicurare la stabilità dei prezzi", ha spiegato Lagarde. Con il vertice informale dei leader Ue che si terrà in Francia marzo sarà decisivo anche per la riforma del Patto di Stabilità. Obiettivo dell'esecutivo Ue è trovare un largo consenso tra i Paesi membri ma la strada è lunga e in salita. "La relazione tra debito e investimenti sarà il fulcro delle discussioni dei prossimi mesi. Risanare il debito ed aumentare gli investimenti pubblici per la transizione non è un ossimoro", è la tesi ribadita dal commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni. Il nodo sul quale l'Ue rischia di arenarsi è nella lista delle categorie di investimenti che potrebbero essere scorporate dal computo del debito. Con Gentiloni che ha sottolineato i due macro-obiettivi della Commissione: indirizzare il sostegno nella transizione ecologica e digitale e nella crescita inclusiva. Ma sul dibattito sulla riforma del Patto pesano, oggi più che mai, le incognite legate a inflazione e strozzature nelle forniture. "C'è un'elevata incertezza ma le previsioni di medio termine continuano ad essere positive nonostante abbiano perso un pò di slancio. Nel 2022 l'economia Ue continuerà la ripresa", ha spiegato Gentiloni, sottolineando come il deficit-Pil, secondo le previsioni di Bruxelles, passerà dal 7,1% del 2021 al 3,9% di quest'anno, per scendere al 2,4% nel successivo. Il calo del debito, invece, sarà molto meno netto: da qui al 2023 è previsto di non oltre tre punti percentuali (arrivando a quota 97%). E sullo sfondo restano gli sviluppi della crisi Ucraina.
Tanto che, secondo il Financial Times, la Commissione Ue potrebbe elaborare un piano d'emergenza ad hoc in caso di escalation della crisi con la Russia. Puntando ad avere maggiori flussi di gas naturale dai grandi produttori mondiali. Ma secondo il commissario Ue agli Affari Economici "non siamo pronti a fare proposte su questioni così delicate come un'Agenzia europea del debito. E non ritengo realistico dare pareri su questo prima di avere delle proposte reali. C'è una consapevolezza condivisa, ma non è sull'Agenzia del debito bensì sull'esigenza di iniziative straordinarie a livello di investimenti. Tutti sanno che dobbiamo tutti affrontare la transizione climatica. La pandemia ci ha dimostrati che abbiamo tutti gli stessi problemi".
Rodolfo Ricci