In attesa di nuove misure contro Mosca che potrebbero colpire l'oro e altri prodotti ad alta tecnologia, l'Ue vuole stringere le maglie delle sanzioni già adottate con i sei pacchetti finora varati per renderle ancora più efficaci. È in questa ottica che a Bruxelles si sta valutando la possibilità di istituire un'Authority 'ad hoc' con il compito di vigilare su come le misure prese a livello europeo vengono poi applicate dai singoli Paesi membri. La commissaria europea per i servizi finanziari, Mairead McGuinness, ne ha parlato in un'intervista pubblicata dall'edizione online del Financial Times esprimendo il suo sostegno all'iniziativa e illustrando alcune delle ipotesi su cui stanno già lavorando i funzionari europei. "Qualsiasi cosa che possa aiutare gli Stati membri nell'applicazione delle sanzioni attraverso una supervisione e un coordinamento sarebbe un plus", ha detto la commissaria. "Sostengo l'idea di aver una visione d'insieme delle sanzioni e della loro applicazione".
I Paesi Ue - come ha evidenziato solo pochi giorno fa anche il Consiglio - hanno definizioni molto diverse tra loro di ciò che costituisce una violazione delle misure restrittive e di come questa debba essere punita. Una situazione che può facilitare l'aggiramento delle sanzioni decise a livello Ue e diminuirne l'impatto sulla Russia. Il Consiglio ha quindi proposto che questo sia considerato un 'euroreato' da punire penalmente. Ma intanto la Commissione europea ha scritto a diversi Stati chiedendo un rapporto sull'applicazione delle misure adottate contro Mosca ricordando che è ai singoli Stati che spetta questa responsabilità. Secondo la commissaria Ue, una delle ipotesi sul tappeto è quella di seguire l'esempio dell' Ufficio per il controllo degli asset esteri (Ofac), l'agenzia del Tesoro Usa a cui spetta controllare l'applicazione delle sanzioni. Un'altra strada percorribile sarebbe quella di dare appositi poteri all'Authority europea anti-riciclaggio (Amla) modificando la normativa che ne prevede la costituzione e che è attualmente all'esame dell'Eurocamera e dei singoli Paesi Ue.
Altri interventi potrebbero consistere nel punire penalmente chi, colpito dalle sanzioni europee, cerca di nascondere i propri asset, oppure rendere più omogenee le disposizioni che stabiliscono quali controlli devono essere applicati ai sanzionati. Il tutto nell'attesa che arrivi un settimo pacchetto di misure contro la Russia e che facciano la loro strada le proposte per applicare dei tetti ai prezzi del petrolio e del gas. Intanto il clima con la Polonia resta teso. Infatti, non riceverà alcun pagamento legato al recovery plan se prima non verranno approvate le riforme richieste dall'Ue sulla giustizia, espressamente richieste nel patto firmato tra Bruxelles e Varsavia, e che al momento non sono giudicate sufficienti. "Prima di procedere con le prossime tappe queste passi fondamentali devono essere raggiunti», ha precisato un portavoce dell'Ue. "La Polonia non ha formalmente richiesto i pagamenti", ha aggiunto.
Rodolfo Ricci