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Bruxelles 

L’Ue cerca una politica industriale con un fondo comune 

Accelera il dibattito sulla difesa dell'industria Ue. Anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si schiera a favore di un fondo sovrano. "Facciamolo", ha scritto in un editoriale per Politico. Servirebbe a garantire investimenti "in progetti nuovi e strategicamente importanti nei settori dell'energia verde, della tecnologia digitale e della difesa", ha segnalato, accodandosi all'invito a ottobre a pensare a un 'nuovo Sure' dei commissari Thierry Breton e Paolo Gentiloni, reso più anche esplicito a dicembre dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Quindi, ancora una volta l'Ue è forzata a serrare le fila e decidere come integrarsi di più per non restare indietro. Dopo il salto quantico del Next Generation Eu sul Covid, dopo aver trovato una voce unica in risposta alla Russia, suona ora la chiamata a una politica industriale europea, con un dibattito che si è già scatenato tra i 27, a partire dal ripensamento degli aiuti di Stato. Il tema oltre al difficile contesto economico è soprattutto quello della risposta al maxi piano Usa su clima, sanità e molto altro, quell'Inflation reduction act (Ira), infarcito di 370 miliardi di sussidi per le imprese americane, che tante apprensioni crea sull'industria e di conseguenza sull'occupazione europea.

La Commissione aggiornerà gli Stati Ue sui colloqui con l'amministrazione americana già oggi, nel confronto informale che precede la riunione dei ministri delle Finanze dell'Ue (Ecofin), dando anche qualche idea su possibili impatti e reazioni. Il tutto, per far entrare nel vivo un dibattito che andrà al Consiglio europeo del 9-10 febbraio, ma si preannuncia tra i temi centrali dei prossimi mesi. Sugli aiuti di Stato l'esecutivo europeo ha intanto già avviato da settimane una consultazione per introdurre più flessibilità. Con imprese che rischiano di scomparire per la concorrenza dopata dai sussidi Usa, il tema è diventato però urgente, con decisioni da prendere "adesso", come ha avvertito la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Prima di Natale Francia e Germania si erano appellate a "una nuova politica industriale verde" chiedendo di "rafforzare la sovranità strategica" Ue.

La richiesta era di rendere più agili gli aiuti di Stato nelle tecnologie di trasformazione, con priorità che riflettano le "politiche industriali comuni". La Francia ha alzato ora il tiro chiedendo tra l'altro una strategia 'Made in Europe', deroghe sugli aiuti di Stato prolungate fino al 2030 e soprattutto il dibattuto fondo strategico europeo, su cui i 'rigoristi' già frenano, avvertendo tra l'altro che ancora non sono neppure stati spesi i soldi del Recovery. Tra i primissimi 'sponsor' del fondo i commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton, ai quali si è unito in questi giorni, tra gli altri, il cancelliere tedesco Olaf Scholz con i socialdemocratici tedeschi (non è detto sia poi quella la posizione del Governo). Breton sarebbe al lavoro, secondo indiscrezioni di stampa, su una risposta all'Ira con un 'Clean tech act', che non è escluso si trasformi in un 'European inflation reduction act'.

Rodolfo Ricci

( 16 gennaio 2023 )

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