Partiamo da una notizia molto attesa per le sorti della Commissione Ue: il Parlamento europeo ha bocciato la risoluzione di rigetto sulla tassonomia. Hanno votato contro la risoluzione 328 eurodeputati, i voti favorevoli sono stati 278, gli astenuti 33. Con questo voto l'atto delegato della Commissione, che prevede l'inclusione di gas e nucleare nella tassonomia, può così continuare il suo iter. Per l'approvazione della risoluzione di rigetto serviva la maggioranza assoluta, pari a 353 europarlamentari. Ma Bruxelles sta lavorando ad una proposta per controbilanciare il taglio ai flussi da parte della Russia e un'altra per calmierare finalmente i prezzi. L'Ue si appresta ad entrare nel vivo della sua controffensiva energetica e, soprattutto, a studiare quella riforma del mercato chiesta da molti Paesi membri, Italia inclusa.
Allo studio c'è il cosiddetto decoupling, ovvero il disaccoppiamento del prezzo dell'elettricità da quello del gas che vige ormai da una ventina d'anni. Il nodo è il timing: la Commissione, fino a pochi giorni fa, prevedeva di portare la riforma alla luce dopo l'estate ma con i prezzi in continua ascesa anche il pressing degli Stati membri sta salendo. Tentando di aprire uno spiraglio per un'accelerazione già a luglio. Parlando alla tv francese Bfm la commissaria alla Concorrenze Margrethe Vestager non ha dato alcun timing ma ha confermato che a Palazzo Berlaymont qualcosa si muove. "Stiamo analizzando se sia possibile un calcolo diverso (tra i prezzi del gas e delle altre energie) per moderare questo mercato finché durerà la crisi", ha spiegato. Si tratterebbe, quindi, di una misura temporanea, da utilizzare almeno finché non sarà finita la guerra in Ucraina alla stregua della deroga concessa a Spagna e Portogallo per la messa in campo di un price cap all'elettricità fino alla primavera del 2023. Di certo, a Bruxelles si stanno convincendo che, così, il sistema non regge. Rispetto ai tempi in cui il prezzo dell'elettricità è stato agganciato a quello del gas le rinnovabili sono più usate e meno costose.
Non a caso lo stesso Emmanuel Macron, già diverse settimane fa, aveva indicato come "assurdo" il sistema di indicizzazione. La Commissione, tuttavia, deve muoversi con prudenza. Il consenso sulla necessità di una riforma del sistema dei prezzi è tutt'altro che unanime in Europa. E vanno valutati con attenzione i possibili effetti collaterali: nella penisola iberica, ad esempio, il price cap ha fatto schizzare i consumi di gas. A Palazzo Berlaymont, inoltre, ritengono più urgente blindare le forniture: a metà luglio la presidente Ursula von der Leyen presenterà la sua proposta, che fa perno sostanzialmente su due pilastri: il contenimento della domanda di energia e una maggiora condivisione del gas, attraverso i tubi che attraversano l'Europa. Ieri, al dibattitto in Plenaria dell'Eurocamera sul Consiglio europeo, il tema è tornato al centro dell'attenzione, anche perché il premier ceco Petr Fiala ha illustrato il semestre europeo guidato da Praga, che dà massima priorità alla sicurezza energetica. Non a caso la presidenza ceca ha dato già ampia disponibilità alla possibilità di un vertice straordinario dei ministri dell'Energia, da tenersi nella seconda metà di luglio.
Rodolfo Ricci