Retribuzioni in primo piano nel nuovo studio della Confederazione europea dei sindacati (Ces), pubblicato oggi sul sito internet dell’organizzazione. Ciò che emerge è che la disuguaglianza salariale tra l’Europa dell’Est e quella dell’Ovest negli anni della crisi è andata via via crescendo. In particolare, la retribuzione in Polonia, Ungheria e Repubblica ceca e la retribuzione in Germania è oggi più grande di quella del 2008. Lo testimoniano le cifre riportate nel rapporto di Bela Galgoczi “Perchè l’Europa centrale e orientale ha bisogno di un aumento delle retribuzioni”, pubblicato dall’istituto europeo del sindacato (Etui). Lo studio è stato fatto nel raffronto con i salari tedeschi, essendo la Germania il maggiore investitore e partner commerciale della regione. Nel 2008 il salario lordo medio in Polonia era il 33% del salario lordo medio in Germania, ed è sceso al 29,3% nel 2015. In Ungheria è sceso dal 31,9% al 25%; in Repubblica ceca dal 34,9% al 30,9%. Tra i primi anni ’90 ed il 2008 c’era stata una significativa convergenza tra i salari dei lavoratori in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca ed i salari dei lavoratori in Germania, ma il gap, dopo il 2008, ha iniziato ad aumentare di nuovo, e la convergenza conquistata negli anni 2000-2008 è andata perduta. “I lavoratori in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca vengono sfruttati come manodopera a basso costo - ha dichiarato Esther Lynch, segretario della Confederazione europea dei sindacati (Ces) -. La disuguaglianza tra est e ovest è sempre più grande, quando invece dovrebbe diminuire. Una ragione sta nel fatto che la contrattazione collettiva tra sindacati e datori di lavoro è stata indebolita nell’Europa centrale e orientale, mentre rimane forte in Germania”.
Per la Ces “la politica economica europea e nazionale dovrebbe incoraggiare la contrattazione collettiva e trattare i salari non solo come costo ma anche come mezzo per spingere la domanda economica. Se i lavoratori hanno più soldi, li spenderanno su beni e servizi, aumentando la crescita e creando posti di lavoro”.
reali sono diminuiti di più della produttività in Ungheria.
Per Bela Galgoczi “i bassi salari sono diventati una caratteristica dell’Europa centrale ed orientale, e la regione rischia di restare bloccata, a meno che i Governi e l’Unione europea non decidano di liberarsi dalla trappola dei bassi salari”.
Lo studio mostra inoltre che la produttività è aumentata più del salario reale (corretto per l’inflazione) in Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia, Lettonia, Slovenia e Estonia nel periodo 2008-2015; che i salari reali sono diminuiti in Romania e in Croazia, mentre la produttività aumenta; e infine che i salari reali sono diminuiti di più della produttività in Ungheria.