La linea dell'inflazione "temporanea" sostenuta finora dalla Bce è sempre più sotto attacco più dopo la fiammata dei prezzi al 3,4%, ai massimi di 13 anni, nell'area euro. E così la presenza della Bce al vertice dei ministri delle Finanze europei a Lussemburgo (oggi c’è l'Eurogruppo) rischia di assorbire buona parte dell'agenda, altrimenti dedicata ai Pnrr nazionali e al settore bancario. L'attenzione è alta tanto che il Governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco ha messo in guardia: "La banca centrale dovrebbe agire con prudenza nel contrastare shock che appaiono avere una natura solo temporanea" rassicurando comunque: la politica monetaria della Bce "si manterrà accomodante fino a quando necessario" Christine Lagarde, la presidente dell'istituto centrale, giusto due giorni fa aveva articolato le ragioni per cui la Bce non crede a un punto di svolta nell'inflazione dopo anni di 'disinflazione’ post-crisi finanziaria, poi esacerbata dalla pandemia. Il boom dei prezzi di fine anno era ampiamente previsto, ma le previsioni di medio termine della Bce indicano una frenata nel 2022 e 2023, quando i prezzi dovrebbero essere ancora inchiodati a una media dell'1,5%, ben lontani dal l'obiettivo del 2% di Francoforte.
Le aspettative d'inflazione misurate dagli swap a cinque anni sono ferme a 1,8%: ancora non ci siamo, è il discorso che arriva dalla Bce, e dunque non è ancora il momento di ritirare le misure straordinarie. Il momento è delicatissimo per le prossime scelte della Bce: a dicembre, si farà il punto sul futuro del Pepp, il programma per l'emergenza pandemica che ha fatto crollare i rendimenti - fra gli altri - dell'Italia, evitando i rischi di "frammentazione" dell'euro e consentendo ampi margini di bilancio al Governo. L'aspettativa dei più, vista la ripresa e i prezzi tornati a correre, è che lo si lasci esaurire a marzo 2022, come da programma.
Ma Lagarde, e gli altri consiglieri 'colombe’ della Bce, vogliono andarci piano. L'economia dell'euro "non è ancora fuori pericolo", ha avvertito Lagarde nel suo discorso al Forum annuale della Bce. Per questo, i comitati tecnici stanno studiando proposte per attutire l'addio al Pepp: resterà il programma App, creato da Draghi a fine 2019, che potrebbe essere potenziato con l'aggiunta di un elemento: la "flessibilità" , introdotta col Pepp, che consente di superare i limiti al debito di ciascun Paese che la Bce può comprare, e che aveva contribuito non poco a spegnere l'incendio sui bond definiti 'periferici’ fra cui i Btp - a inizio pandemia.
Verte su questo punto il confronto con i 'falchi’ guidati dalla Bundesbank nel Consiglio direttivo, che fremono di fronte a un'inflazione che ha preso il volo, al 4,1% in Germania a settembre, ai massimi di 29 anni. Un allarme che inevitabilmente farà capolino a Lussemburgo all'Eurogruppo, presenti Lagarde e il consigliere esecutivo Fabio Panetta che cercheranno di rassicurare. Ha fatto rumore l'intervento al Forum Bce dell'economista ed ex consigliere della Bank of England Charles Goodhart, teso a smontare le rassicurazioni date pochi minuti prima dalla Bce e dalla capoeconomista Fmi Gita Gopinath. Diversi economisti pensano che oltre alle strozzature dal lato dell'offerta, al balzo dei prezzi energetici, dietro l'inflazione tornata a correre c'è un trend strutturale: in particolare il superamento della fase decennale di 'disinflazione’ grazie a uno stimolo anti-pandemia senza precedenti. Si teme che se - come sta accadendo in Germania fra crescenti rivendicazioni salariali - le aspettative d'inflazione degli operatori economici cominciano a crescere, la Bce rischia di dover agire più duramente se posticipa la correzione.
Rodolfo Ricci