Venerdì 22 novembre 2024, ore 18:59

Guerra 

L’economia dell’Occidente regge alla catastrofe prevista da caro-gas 

Non era scontato. Anzi. L'economia dell'Occidente tiene, nonostante guerra, sanzioni e catastrofe annunciata da caro-gas. E se Mosca può dire di aver evitato l'isolamento finanziario totale cui puntava la Nato, Europa e Usa reggono, Italia inclusa: quello che doveva essere un tracollo economico, fra gli allarmi di un inverno in recessione e senza riscaldamento, per ora sembra andare più verso una breve "contrazione invernale", come dice il Commissario Ue agli Affari economici Paolo Gentiloni. A scompaginare i piani di Putin, 'vendicando' anche la linea di Fed e Bce accusate dalla politica di una stretta monetaria esagerata e recessiva, è la sequenza di dati delle ultime settimane. Culminata in Italia con un tasso di occupazione record dal 1977 (e disoccupazione in calo al 7,8%), una crescita migliore delle attese negli Usa (2,9% nel terzo trimestre), e un'inflazione (in calo al 10% nell'area euro a novembre) che su entrambe le sponde dell'Atlantico potrebbe aver raggiunto il picco e inizia a rallentare, innescando un primo 'rimbalzo' della fiducia sulle prospettive dell'economia europea. Consentendo alla Fed e alla Bce, a dicembre, di interrompere la sequenza di rialzi dei tassi 'monstre' da tre quarti di punto per volta: si accontenteranno di mezzo punto dando fiato a famiglie e imprese.

L'incognita, perlomeno in Europa, resta naturalmente il gas. Con le quotazioni sull'ottovolante, protagoniste di una fiammata dei futures al Ttf di Amsterdam a quasi i 165 euro (+12,5%) prima di chiudere in calo del 4,9% a 139 euro. Per Gentiloni c'è la possibilità che nell'area euro si abbia un ultimo trimestre 2022 e il primo del prossimo anno con segno negativo, seguito da una molto limitata e graduale ripresa nella seconda metà dell'anno prossimo. Poi nuova riunione dei Rappresentanti dei 27 in Ue sul "price cap' al gas in vista del Consiglio Affari Energia straordinario del 13 dicembre. E, sul tavolo, a quanto si apprende, sarebbe in arrivo una proposta di compromesso della presidenza ceca che pone il tetto all'indice Ttf di Amsterdam a 264 euro e non più a 275 prevedendo che scatti quando il prezzo del gas superi tali soglia per 5 giorni e non più per due settimane consecutive. Alla riunione potrebbe approdare anche un paper al quale hanno lavorato Italia, Grecia, Polonia, Belgio e Slovacchia che mette sul tavolo due opzioni: un tetto fisso a 160 euro e un price cap dinamico.

Cambiano, nella proposta ceca, le due condizioni che farebbe scattare il tetto: il prezzo del gas non deve superare più la soglia dei 275 euro a megawattora per 15 giorni consecutivi ma quella di 264 euro per 5 giorni; il divario con gli indici di riferimento per il gas liquefatto dovrà essere di almeno 58 euro per megawattora per 5 giorni consecutivi e non più per dieci sulla scala mensile del costo del gas. Per l'attivazione del gas è necessaria la luce dell'Acer ma, affinché la Commissione agisca, "dovrà chiedere senza alcun ritardo il parere della Bce e dell'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati".

La proposta ceca, quindi, mantiene il principio del cap fisso concepito dalla Commissione ma tenta di rendere più realistica la sua applicazione dopo che l'iniziativa dell'esecutivo europeo è stata sostanzialmente bocciata dalla maggior parte dei Paesi membri. I Rappresentanti dei 27 tornano a riunirsi sul dossier. E sul tavolo, oltre al compromesso della presidenza ceca, potrebbe approdare anche una proposta alla quale hanno lavorato Italia, Grecia, Polonia, Slovacchia e Belgio e sulla quale potrebbe crearsi un fronte più ampio. Nella proposta, si prevedono due opzioni. Un price cap fisso a 160 euro per megawattora.

Tetto - si legge nel documento - "fissato a un livello che attualmente sarebbe sufficientemente alto per attrarre le risorse necessarie e incentivare la riduzione della domanda". L'approccio 'a semaforo' sospenderebbe il meccanismo nel caso in cui in futuro il livello non risultasse adeguato. L'altra opzione concepita dai 5 Paesi è quella di un cap dinamico. Il tetto verrebbe definito ogni mese (o ogni trimestre). L'aggiornamento regolare della componente variabile sarebbe indicizzato all'evoluzione della media ponderata dei parametri di riferimento durante il periodo rispetto alla base iniziale. Saranno decisivi i mesi di primavera, quando si riproporrà il problema di forniture e stoccaggi del gas. Sull'economia globale si addensano anche altre nubi: come la Cina alle prese con i lockdown e conseguenti strozzature al commercio, o le prospettive degli Usa dove però la Fed ritiene possibile un 'atterraggio morbido'. È lo stesso obiettivo della Bce, gestire con con accortezza un equilibrio fra la necessità di togliere gli stimoli monetari che negli anni erano serviti a creare inflazione, e l'accortezza di non fare troppo male all'economia.

Rodolfo Ricci

( 2 dicembre 2022 )

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