L'America è tornata a correre e Joe Biden esulta. Complici la massiccia campagna di vaccinazioni e gli aiuti diretti agli americani, l'economia nei primi tre mesi dell'anno è cresciuta del 6,4%, segnando il miglior risultato dal 2003. E la corsa è solo all'inizio: l'allentamento delle restrizioni e le riaperture sono infatti destinati a dare una spinta alla crescita, facendola tornare ai livelli pre-pandemia in estate. Proprio all'estate e al 4 luglio, Festa dell'Indipendenza, punta New York. La Grande Mela dal primo luglio sarà "completamente riaperta", dai negozi ai teatri passando per gli uffici, ha assicurato il sindaco Bill de Blasio, in quella che da molti è vista come una fuga in avanti. Il timore diffuso è che la riapertura della città epicentro della crisi del Covid negli Stati Uniti stia procedendo troppo velocemente e senza le necessarie cautele, soprattutto sul fronte dei trasporti pubblici.
Di fatto si è passati in pochi giorni dall'obbligo della mascherina al 'liberi tutti’. Preoccupazioni sanitarie a parte, con le riaperture a livello nazionale gli Stati Uniti stanno vivendo un boom economico. I risparmi accumulati durante la pandemia e gli assegni diretti a famiglie e imprese ricevuti dal governo rendono i consumatori americani propensi ad aprire il portafoglio per tornare a vivere quella normalità che è stata loro tolta per un anno. Gli effetti sono visibili chiaramente nei dati relativi al Pil dei primi tre mesi dell'anno: i consumi personali sono balzati del 10,7%, il secondo aumento maggiore dal 1960. Miglioramenti si registrano anche sul mercato del lavoro, con le richieste di sussidi alla disoccupazione che continuano a calare e la scorsa settimana sono scese a quota 553.000. Ma per l'occupazione la strada è lunga prima di poter rivedere i livelli pre-Covid.
Gli americani ancora senza lavoro rispetto al febbraio 2020, quando l'America chiuse per il virus, sono 8,4 milioni, e secondo le stime bisognerà attendere almeno fino al 2022 prima di recuperare il terreno perso e tornare a crescere. Ai disoccupati e alle debolezze ancora persistenti sull'occupazione guarda la Fed. La Banca centrale da mesi ripete che continuerà a sostenere l'economia americana fino a quando la ripresa non sarà completa, anche a costo di sopportare un'inflazione sopra il 2%. L'ipotesi di una fiammata dei prezzi agita da tempo gli investitori, preoccupati per un possibile surriscaldamento dell'economia e per il rischio di stretta sui tassi da parte della Fed prima del previsto.
Per Biden l'accelerazione economica è un successo che arriva a 100 giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca: una ciliegina sulla torta che va ad aggiungersi ai progressi sui vaccini, sul clima e al ritorno degli Stati Uniti sul palcoscenico internazionale dopo 4 anni di isolazionismo trumpiano. "L'America è di nuovo in cammino" ed è "pronta a decollare", ha esultato Biden nel suo primo discorso da presidente davanti al Congresso, assicurando che il suo piano da 1.800 miliardi di dollari per le famiglie americane consentirà la creazione di milioni di posti di lavoro e aiuterà soprattutto le donne, una delle categorie più colpite dalla pandemia. Ai deputati e ai senatori Biden ha quindi chiesto di agire non solo per aiutare economicamente gli americani, ma anche per varare riforme attese da troppo tempo, come quella della polizia o quella sul controllo delle armi da fuoco. Il presidente si è soffermato anche sulla politica estera, rivolgendosi ai suoi principali rivali, Vladimir Putin e Xi Jinping. "Non voglio un'escalation con Putin, ma il presidente russo deve rispondere delle sue azioni", ha detto, spiegando di non volere neanche un conflitto con la Cina. Biden comunque ha avvertito Xi: "Faremo rispettare gli interessi americani e ci batteremo contro le pratiche commerciali scorrette". Parole che Pechino ha già bollato come "blasfemia e manipolazione dei valori democratici".
Rodolfo Ricci