Nuovo colpo di scena in America. Non nella campagna elettorale e nei sondaggi tra Trump e Kamala Harris. Ma in economia. Infatti, l'inflazione Usa scende a settembre al 2,4%, ai minimi dal febbraio 2021, ma supera le attese degli analisti e rafforza l'attesa di un taglio dei tassi di interesse da un quarto di punto a novembre da parte della Fed. Oltre a confermare che l'ultimo miglio della lotta al caro-prezzi somiglia, come previsto da Jerome Powell, a una corsa a ostacoli. Il dato di settembre è l'ultimo prima delle elezioni e dipinge un quadro a luci e ombre per i democratici. Se da un lato la corsa dei prezzi rallenta - con il tasso sceso ai livelli di quando Joe Biden ha assunto l'incarico -, dall'altra parte la discesa è più lenta delle previsioni e non è avvertita dagli americani, la maggior parte dei quali lamenta prezzi di alimentari, case e ristoranti più alti di quattro anni fa.
In settembre l'inflazione legata agli alloggi è rallentata, mentre i prezzi di abbigliamento, assicurazioni per le auto e biglietti aerei è salita. Per gli alimentari si è sperimentato l'aumento maggiore da gennaio, con le uova rincarate dell'8,4%. L'aumento del 2,4% registrato il mese scorso segnala un rallentamento rispetto al 2,5% di agosto, ma è sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +2,3%. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,2%, oltre il +0,1% previsto dal mercato. Anche l'indice core - al netto di energia e alimentari - è salito più delle attese, segnando un +3,3% su base annua e un +0,3% su agosto mentre gli analisti scommettevano su +3,2% e +0,2%. I dati oltre le previsioni, insieme a un mercato del lavoro resiliente, spingono gli analisti a prevedere un taglio più contenuto da parte della Fed a novembre dopo la riduzione di mezzo punto in settembre.
Il presidente della Fed di Atlanta Raphael Bostic ha lasciato però aperta la porta a tassi inviati alla prossima riunione. "Sono completamente a mio agio nel saltare un taglio a una riunione se i dati suggeriscono che è appropriato", ha spiegato in un'intervista al Wall Street Journal. Alla riunione del mese scorso tutti i componenti della Fed si sono detti favorevoli a una sforbiciata del costo del denaro, ma con divisioni sull'ammontare. Una maggioranza si è detta favorevole a un taglio dello 0,50%, mentre altri membri avrebbero preferito uno 0,25%.
Per le prossime due riunioni dell'anno la Fed è attesa tagliare i tassi altre due volte dello 0,25% a meno di sorprese negative sull'andamento dei prezzi. Finora anche il mercato del lavoro, sul quale la banca centrale si è concentrata vedendo delle debolezze, tiene: l'economia americana continua infatti a creare posti di lavoro e le richieste di sussidi alla disoccupazione, seppur ai massimi da un anno, hanno rivelato un basso livello di licenziamenti.
Un mix che, per l'Azienda America, alimenta la speranza di un atterraggio morbido. In tema di politica economica è sceso in campo anche l’ex presidente americano, Barack Obama: "L'economia di Trump sembrava buona perché era la mia", ha dichiarato in un evento elettorale per Kamala Harris a Pittsburgh, in Pennsylvania, lo Stato in bilico più importante per la conquista della Casa Bianca. "Se volete che i prezzi scendano, votare Trump non è la scelta giusta: metterà le mani nelle vostre tasche", ha aggiunto Obama attaccando il tycoon che ha dichiarato di avere un concetto di piano sull'economia. Harris non ha un concetto di piano, ha un vero piano", ha sottolineato l'ex presidente Usa.
Dall’altra parte dell’Atlantico, in attesa di un taglio dei tassi l’Eurotower segnala come nell'area euro, col terziario che continua a crescere, il manifatturiero, più sensibile ai tassi d'interesse, ha continuato a contrarsi. È stato scritto nelle minute del meeting di settembre. Secondo il documento preoccupa il quadro complessivo delineato dagli ultimi indici Pmi col manifatturiero in territorio decisamente negativo a 45,72 e "senza indicazioni di ripresa in tempi brevi". Le minute fanno un raro cenno a una singola economia: "La debole crescita nella maggiore economia dell'area euro (la Germania, ndr) pesa sulla crescita dell'intera area euro con significative sfide strutturali".
Da segnalare che nel periodo agosto-settembre 2024 le consistenze nette di Btp nel portafoglio Pepp della Banca centrale europea hanno segnato un calo di quattro miliardi di euro. Lo si legge nella pagina con cui la Bce aggiorna periodicamente i cambiamenti del suo portafoglio di titoli di Stato costituito con il programma di acquisti per l'emergenza pandemica, che da luglio prevede una riduzione delle posizioni nette complessive per l'area euro di 7,5 miliardi al mese. In calo anche il portafoglio di titoli tedeschi (-6,5 miliardi) e olandesi (-2,2 miliardi) mentre aumentano di 1,1 miliardi i titoli francesi.
Rodolfo Ricci