Dopo oltre due mesi di chiusura a causa del lockdown, ieri sono riaperte le scuole e gli asili infantili in dieci Laender della Germania, fra cui quello di Berlino. Una misura molto discussa nelle ultime settimane, e in particolare al recente vertice Stato-Regioni, che ha visto Angela Merkel su posizioni più rigide a riguardo. La cancelliera avrebbe voluto rimandare ulteriormente la ripresa delle lezioni in presenza, vincolandola ai dati sull'incidenza settimanale dei contagi da Covid: la nuova soglia di riferimento per le altre aperture (di negozi e locali, per ora ancora chiusi) è scesa infatti da 50 a 35 nuovi contagi su 100 mila abitanti in sette giorni.
La gestione delle scuole è però tornata nelle mani delle amministrazioni regionali, che in molti casi hanno deciso una riapertura veloce. Le scuole seguono comunque regimi speciali: a Berlino, ad esempio, le classi sono spesso divise in gruppi, le lezioni vengono alternate, e c'è l'obbligo delle mascherine in classe. La politica sta inoltre valutando al possibilità di dare priorità agli insegnanti per le vaccinazioni. La Germania resta in lockdown fino al 7 marzo, con l'eccezione di parrucchieri che riapriranno l'1.
C’è da dire che, nonostante il lockdown, a febbraio è nettamente salito a sorpresa l'indice Ifo, che misura la fiduca delle imprese in Germania, segnando 92,4 punti. A gennaio aveva segnato 90,3 punti. Gli esperti aspettavano un aumento molto più limitato a 90,5.
Ma la vera novità riguarda i parlamentari tedeschi che vedranno le loro indennità ridotte di circa 60 euro su uno stipendio che si aggira attorno ai 10mila euro a partire da luglio. Il motivo del taglio è la crisi dovuta alla pandemia di coronavirus, ma non solo. Gli stipendi di deputati e senatori, infatti, sono indicizzati alla media dei salari dell’intera nazione. Dato che questo indicatore nel corso del 2020 è in ribasso dello 0,6% secondo l’ufficio centrale di statistica, anche i compensi dei parlamentari strano rivisti al ribasso (Diversi media tedeschi hanno sottolineato l’unicità del provvedimento. Secondo la Bild Zeitung, si tratta della prima volta nella storia della Repubblica federale. Neanche durante la crisi finanziaria del 2008 i politici tedeschi dovettero subire riduzioni degli stipendi. Già lo scorso anno la questione era stata dibattuta dall’opinione pubblica in Germania: a maggio i parlamentari avevano deciso in segno di solidarietà con i cittadini di rinunciare all’adeguamento dei loro compensi (in base al già citato indice sarebbe dovuto scattare un aumento del 2,6%). A sovrintendere sui conti, in qualità di presidente del Bundestag, c’è Wolfgang Schauble, già ministro delle finanze con Angela Merkel e considerato un rigido custode dei conti pubblici.
Rodolfo Ricci