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In Europa un cittadino su 4 a rischio povertà

In Europa un cittadino su 4 è a rischio povertà: all’indomani del sorprendente successo dell’ex Ministro dell’Istruzione francese Benoit Hamon che al primo turnp delle primarie socialiste ha conquistato il 39% dei consensi, la Commissione europea lancia l’allarme su quanti, in questi anni di crisi combattuta a colpi di austerity sono stati lasciati indietro. L’occasione l’ha fornita la conferenza dal titolo 'il pilastro europeo dei diritti sociali', dedicata alla promozione delle politiche sociali. Oggi nell'Ue - avverte Bruxelles - un cittadino su quattro è a rischio di povertà o esclusione sociale, e la povertà lavorativa - il livello salariale estremamente basso - riguarda all'incirca il 10% della popolazione occupata. Anche la povertà dei bambini, prossima al 27%, è motivo di "particolare preoccupazione", e l'Europa deve trovare una risposta a tutto questo. La situazione è tale da rendere l'agenda sociale non più rinviabile. La Commissione propone agli Stati membri di iniziare a lavorare a un mix di misure che preveda sostegno a salari adeguati, garanzia dell'accesso a servizi essenziali come ad esempio il diritto alla casa, e misure di contrasto alla povertà. Il commissario europeo per l'Occupazione e gli affari sociali, Marianne Thyssen, promette un cambio di marcia. "C'è la necessità di cambiare attraverso un pilastro sociale europeo che risponda a quattro sfide: migliori opportunità di vita per i giovani, buon equilibrio tra vita e lavoro, sfruttare le qualità professionali di tutti, e non lasciare nessuno indietro". La Commissione europea farà la sua parte, assicura Thyssen. Spetterà però anche agli Stati membri promuovere quelle politiche che si rendono e che si renderanno necessarie.

Un caso da studiare, ad esempio, è l’esperienza avviata dalla Finlandia che dal primo gennaio di quest’anno ha introdotto, in via sperimentale, il reddito universale. L’allarme del Forum economico mondiale sugli effetti della quarta rivoluzione industriale (intelligenza artificiale, biogenetica, digitale) che potrebbe causare la perdita di 5 milioni di posti di lavoro nei 15 Paesi più industrializzati entro il 2020, ha probabilmente convinto Helsinki a mettersi in marcia per evitare il peggio, seguendo le indicazioni di economisti e operatori sociali, che contro gli scherzi della robotica consigliano una bella infornata di redditi di base.

(Approfondimento domani su Conquiste Tabloid)

( 23 gennaio 2017 )

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