Il Recovery fund è un'opportunità per l'Italia anche di spingere l'export. L’input arriva dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, responsabile del commercio, ad un incontro in videoconferenza con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e diversi stakeholders tra cui Confindustria, sindacati e molte associazioni di categoria, da Coldiretti a Cna, Confcommercio e Federalimentare. "Le riforme e gli investimenti nel vostro piano nazionale di ripresa aiuteranno a migliorare la competitività globale dell'Italia e daranno una spinta alle esportazioni", ha detto Dombrovskis. Ad esempio, il piano sosterrà le imprese italiane verdi e innovative per migliorare il loro posizionamento nelle catene del valore europee e globali.
E le aziende italiane trarranno vantaggio da miglioramenti del contesto imprenditoriale e da una maggiore efficienza della pubblica amministrazione, ha aggiunto il vicepresidente, sottolineando come ora attenda "di vedere di vedere come saranno progettate queste misure nel piano di ripresa e resilienza dell'Italia".
Anche perchè esportare tra misure, dazi e la Brexit è diventato sempre più difficile. Non a caso dopo la fine del periodo di transizione proprio della Brexit, a gennaio, l'interscambio commerciale tra l'Ue-27 e il Regno Unito è diminuito in modo significativo: rispetto al gennaio 2020, l'export è sceso del 27,4% e l'import del 59,5%. Nel complesso, la zona euro ha registrato un surplus commerciale col resto del mondo di 6,3 miliardi di euro, rispetto a 1,5 miliardi di un anno prima. Le importazioni sono state di 163,1 miliardi, in diminuzione dell'11,4%. Anche le esportazioni, pari a 156,8 miliardi, sono scese del 14,1%. Nella Ue-27, invece, si è registrato un surplus di 8,4 miliardi, rispetto al deficit di 2,2 miliardi del gennaio 2020. Poi ci sono i casi che fanno eccezzione.
Infatti, la Brexit non fa paura al pomodoro Cirio, che nel 2020 ha conquistato le tavole degli inglesi confermando il suo primo posto nella hit parade delle marche di pomodoro italiane più vendute nel Regno Unito. E il fatturato registra un aumento delle vendite, doppiando il boom che, nei mesi precedenti all'uscita dall'Unione europea, ha interessato tutto il comparto del pomodoro, cresciuto in un solo anno del 23% (fonte Nielsen).
Attualmente la quota di Cirio è pari a circa il 10% del mercato dei pomodori nel Regno Unito, tra vendite nella grande distribuzione e insegne indipendenti: è il brand italiano più venduto nel Regno Unito e il secondo in assoluto nella categoria delle conserve rosse. "Il nostro trend di crescita - spiega Diego Pariotti, Direttore Commerciale Estero di Conserve Italia, consorzio cooperativo proprietario del brand Cirio che ha oltre 160 anni di storia - non va letto come un semplice risultato di quella corsa all'accaparramento (panic buying) che nei primi mesi della pandemia ha interessato un pò tutti i beni alimentari.
Rodolfo Ricci