Bruxelles non finisce mai di stupire. Infatti, la Commissione europea procederà alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Ue della domanda di registrazione della menzione tradizionale "Prosek" da parte delle autorità croate. E' quanto scrive lo stesso Esecutivo Ue rispondendo a una interrogazione urgente dell'eurodeputata della Lega Mara Bizzotto."Di fronte a questa folle decisione della Ue - si legge in una nota di Bizzotto - siamo pronti alle barricate per difendere in ogni modo e in ogni sede il Prosecco made in Italy perché deve essere chiaro a tutti che l'unico vero prosecco è quello prodotto nelle nostre terre". "Nei prossimi 2 mesi, che rappresentano i termini temporali per presentare ricorsi e obiezioni prima della decisione finale della Commissione Ue - conclude Bizzotto - noi della Lega e tutto il nostro territorio porteremo avanti una battaglia campale per difendere la tipicità e la qualità del nostro Prosecco e il lavoro di migliaia di aziende".
Dal ministero delle Politiche agricole arriva una ferma opposizione "La decisione della Commissione europea sul riconoscimento dell'indicazione geografica protetta del vino croato Prosek è sbagliata. Il Ministero si è già opposto a questo riconoscimento e utilizzerà ogni argomentazione utile per respingere la domanda di registrazione promossa dalla Croazia, anche appellandosi ai principi di tutela espressi dalla Corte di Giustizia in casi analoghi, come ad esempio avvenuto nel recentissimo caso dello "Champanillo" spagnolo", scrive il Mipaaf in una nota."Nei confronti di uno dei prodotti simbolo del nostro made in Italy da Bruxelles arriva una decisione gravissima e con cui di fatto l'Europa smentisce se stessa", ha ribadito anche il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, commenta il via libera della Commissione Ue al riconoscimento dell'indicazione geografica protetta del vino croato Prošek. "Solo pochi giorni fa - sottolinea Centinaio - la Corte di giustizia europea era stata molto chiara intervenendo sulla querelle fra Francia e Spagna sul caso Champanillo. Per i giudici, il regolamento Ue protegge le Dop da condotte relative sia a prodotti che a servizi e può sussistere evocazione di una Igp o di una Dop qualora, trattandosi di prodotti di apparenza analoga, vi sia un'affinità fonetica e visiva tra l'Igp o la Dop e il segno contestato. Ci sembra sia proprio il caso del Prosecco e del Prošek".
"La nostra denominazione - nota il sottosegretario - è inoltre strettamente legata a un territorio ben definito. Vanno tutelati gli operatori agricoli e gli sforzi fatti per ottenere prodotti di qualità e impedire che terzi si possano avvantaggiare abusivamente della notorietà che deriva dalla qualità di tali prodotti. Ci opporremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a disposizione contro una scelta irrazionale e lesiva di una nostra eccellenza apprezzata in tutto il mondo", ha concluso Centinaio. "Non ho parole per commentare quanto accaduto. Un'Europa che non difende l'identità dei suoi territori, un'Europa che dovrebbe conoscere la storia del prosecco", ha commentato anche il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, più in dettaglio la richiesta della Croazia di protezione della menzione tradizionale "Prošek", fatta dal Commissario Europeo all'Agricoltura Wojciechowski dando così risposta alle interrogazioni parlamentari presentate da alcuni eurodeputati. "Dovrebbe capire che, non solo si tratta di un prodotto che ha avuto tutti i riconoscimenti formali, dalle stesse strutture amministrative della Commissione europea, anche rispetto alla riserva del suo nome - ha continuato Zaia - ma il prosecco ha, addirittura ottenuto il massimo riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'Unesco. Tanto è vero che il territorio in cui si produce è definito 'le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene'.
Rodolfo Ricci