Mario, pettorina e zaino abbinato carico di cibarie sulle spalle, pedala veloce nel traffico cittadino per consegnare il più rapidamente possibile il suo ordine. E’ un “cottimista”. Riceve 4 euro per ogni panino o piatto pronto che riesce a portare in giro per la città. Più corre più guadagna. Nessun sindacato, nessuna tutela.
A migliaia di chilometri di distanza Qin Bin carica la sua foto, il certificato di salute e trasferisce 100 yuan come deposito per partecipare a Ele.me, un servizio di consegna di cibo online (una sorta di Foodora cinese). Dopo aver lavorato per 72 ore come fattorino in uno dei settori commerciali più ferocemente competitivi in Cina oggi, conclude che "il rischio di incidenti stradali, la fretta di ricevere ordini e consegnare il cibo il più rapidamente possibile e l'umiliazione di trattare con clienti insoddisfatti" rende questo lavoro uno dei più difficili in Cina. Fortunatamente, il suo lavoro di fattorino è durato solo il tempo necessario a completare la sua missione sotto copertura per la federazione sindacale municipale di Shanghai che lo ha incaricato di documentare "le condizioni di lavoro precarie, l'ambiente di lavoro pericoloso e la mancanza di protezione sociale" nel settore dei servizi di consegna di cibo in città.
A giugno 2017, il sindacato di Shanghai ha utilizzato i dati raccolti per istituire il primo e finora unico sindacato della Cina per i fattorini che consegnano cibo per le piattaforme online. Il sindacato ha tenuto la sua prima riunione generale a novembre, con circa 400 membri partecipanti. All’ordine del giorno, in particolare, la resistenza del datore di lavoro Ele.me, ma anche i problemi causati dalla natura informale dell'attività di consegna. Sia come sia, si tratta indubbiamente di un’iniziativa interessante. Anche se, come ammonisce il direttore del China Labor Bulletin, Han Dongfang, che ha diffuso la notizia, ci vorrà tempo per capire se di vera riforma sindacale si tratta.
Nel frattempo, però, è bene che i fattorini di tutta la Cina continuino a rivendicare condizioni di lavoro e di salario più dignitose. Servirà a mettere più pressione sugli altri sindacati distrettuali per seguire le orme di Shanghai. E chissà che a beneficiarne, un domani, non possano essere anche i Mario che pedalano nelle nostre città.
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