Un primo maggio in cui si celebrano le conquiste sociali dei lavoratori ma che non può prescindere da una riflessione approfondita sugli attacchi costanti ai diritti in tutto il mondo. E' questo il messaggio dell'Ituc, la Confederazione Internazionale dei Sindacati, che invita i lavoratori e i loro rappresentanti a tenere alta la guardia di fronte a una tendenza regressiva che continua a diffondersi attraverso i canali della globalizzazione e i dogmi del neoliberismo economico. L'esasperazione, causata da società sempre più inique, sta alimentando, a sua volta, fenomeni caratteristici di un recente drammatico passato, come i nazionalismi e la xenofobia. Non è allora un caso che uno dei palcoscenici più caldi sia quello degli Stati Uniti. Sindacati e organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno infatti annunciato l'intenzione di dedicare il primo maggio 2017 alla denuncia dell'iniquità dilagante e di una retorica che vorrebbe addossare la colpa dei fallimenti dell'economia sui lavoratori immigrati.
Lo stesso diritto a esprimere collettivamente e pubblicamente il dissenso non può, a sua volta, essere considerato come definitivamente acquisito. Sono molti gli scenari dove i lavoratori non possono manifestare o dove lo fanno a loro rischio e pericolo, ben sapendo di sfidare le ire delle autorità. E' il caso della Turchia dove i manifestanti, riunitisi nelle strade di Istanbul, sono stati dispersi dalla polizia con l'uso di gas lacrimogeni e proiettili di gomma. I primi bilanci parlano di oltre 200 persone arrestate. Gli scontri in occasione della festa dei lavoratori in Turchia sono diventati un tragico rituale che si ripete puntualmente ogni anno. Il governo continua infatti a vietare lo svolgersi delle manifestazioni in piazza Taksim, che è invece considerata il simbolo delle rivendicazioni sociali da parte dei lavoratori. Nel 2015, la tensione raggiunse l'apice con un violento intervento delle forze dell'ordine che produsse un bilancio di oltre 360 persone arrestate e decine di feriti.
L'attacco alle conquiste dei lavoratori avviene in maniera “continua e sistematica” in tutto il mondo, secondo la denuncia dell'Ituc. E non potrebbe essere altrimenti, considerando che il timone dell'economia globale appare saldamente nelle mani di potenti multinazionali e soggetti politici estremamente ricchi. Il messaggio di Han Dongfang, direttore del China Labour Bulletin, per il primo maggio si concentra proprio sul ruolo giocato dalle multinazionali e sul loro impatto sulla vita dei lavoratori. La richiesta dell'attivista cinese per le grandi aziende è di riconoscere a pieno il ruolo di responsabilità nei confronti dei propri fornitori e di mantenere gli impegni in materia di rispetto dei diritti umani.
I lavoratori di tutto il mondo si mobilitano dunque per rivendicare i propri diritti e protestare contro una gestione globale dell'economia che mette al primo posto gli interessi dei grandi investitori.
(Articolo completo di Manlio Masucci domani su Conquiste Tabloid)