Sabato 28 settembre 2024, ore 23:18

Giornata Mondiale contro il lavoro minorile

Il lato oscuro dei profumi, l’inchiesta Bbc sui raccoglitori di gelsomino in Egitto

Una recente indagine della Bbc sulle catene di fornitura di profumi ha scoperto che il gelsomino utilizzato dai fornitori di Lancôme e Aerin Beauty era stato raccolto da minorenni. I marchi di profumi di lusso sono stati collegati al lavoro minorile in Egitto, dove bambini di appena cinque anni lavorano turni notturni raccogliendo gelsomino. I giornalisti della Bbc Eye Investigations sono andati sotto copertura per monitorare le catene di approvvigionamento e hanno scoperto che alcuni raccoglitori indipendenti guadagnano solo 78 centesimi al giorno, o al massimo un dollaro per 1,5 kg di fiori di gelsomino raccolti nella notte. Hanno intervistato una mamma, Heba, e i suoi quattro figli, di età compresa tra i cinque e i 15 anni, che uscivano al buio intorno alle 3 del mattino. Basmalla, 10 anni, viene vista implorare sua madre di lasciarla dormire “un po’ più a lungo”, dicendole: “Odio il gelsomino”. Nella ricorrenza, oggi, della giornata mondiale contro il lavoro minorile, l’in chiesta lascia di sasso. 160 milioni di bambini lavorano ancora nel settore tessile - di cui più spesso si scrive - ma anche nell’industria dei profumi o del tabacco. Heba racconta: “Alcuni dei miei figli soffrono di allergie e continuano a grattarsi. Voglio che le persone che usano questo profumo vedano il dolore dei bambini”. I bambini raccontati in Perfume’s Dark Secret soffrono di lesioni e allergie causate dai pollini, che influiscono sul loro rendimento scolastico e causano conseguenze potenzialmente durature sulla salute. I principali colpevoli, secondo la squadra investigativa, sono i conglomerati dell’in dustria della bellezza, accusati di fissare prezzi bassi che portano ad abusi di lavoro minorile nelle loro catene di fornitura. I genitori si sentono costretti a coinvolgere i propri figli nella raccolta per compensare il basso prezzo del gelsomino, oltre all’inflazione dilagante e alla debolezza della sterlina egiziana. Sebbene il lavoro dei bambini con le loro famiglie per raccogliere fiori non sia considerato lavoro forzato secondo la definizione dell’Orga nizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), contribuisce al ciclo di povertà che colpisce milioni di individui nel Sud del mondo. Tutti i marchi di profumi di lusso affermano di avere tolleranza zero nei confronti del lavoro minorile. Perfino L’Oréal, proprietario di Lancôme, ha affermato di impegnarsi a rispettare i diritti umani. Estée Lauder, proprietaria di Aerin Beauty, ha affermato di aver contattato i suoi fornitori. Il gelsomino utilizzato in Lancôme Idôle L’Intense - e Ikat Jasmine e Limone Di Sicilia per Aerin Beauty - proviene dall’Egit to, che produce circa la metà della fornitura mondiale di fiori di gelsomino, un ingrediente chiave dei profumi. Gli addetti ai lavori del settore sostengono che una manciata di aziende che possiedono molti marchi di lusso stanno comprimendo i budget, con conseguente retribuzione molto bassa. Il relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù, Tomoya Obokata, ha affermato di essere turbato dalle prove della Bbc World Service, che includono riprese sotto copertura nei campi di gelsomino egiziani durante la stagione di raccolta dello scorso anno. “Sulla carta, loro stanno promettendo tante cose buone, come la trasparenza della catena di fornitura e la lotta contro il lavoro minorile. Guardando questo filmato, in realtà non stanno facendo le cose che avevano promesso di fare”, ammette sconsolato. Una volta che il gelsomino è stato raccolto e pesato, viene trasferito tramite punti di raccolta a una delle numerose fabbriche locali che estraggono olio dai fiori: le tre principali sono A Fakhry and Co, Hashem Brothers e Machalico. Ogni anno sono le fabbriche a fissare il prezzo del gelsomino raccolto da persone come Heba. È difficile dire esattamente quante delle 30.000 persone coinvolte nell’indu stria egiziana del gelsomino siano bambini. È illegale, inoltre, per chiunque abbia meno di 15 anni lavorare in Egitto tra le 19:00 e le 07:00. Il profumiere indipendente Christophe Laudamiel sostiene che l’interesse dei maestri profumieri è quello di avere l’olio più economico possibile da mettere nella bottiglia del profumo, “e poi venderlo al prezzo più alto possibile”. Le aziende produttrici di profumi e le case produttrici di fragranze dipingono un quadro delle pratiche di approvvigionamento etico. Ogni datore di lavoro della catena di fornitura ha inoltre firmato una lettera di impegno alle Nazioni Unite, impegnandosi a rispettare le sue linee guida relative alle pratiche di lavoro sicure e all’elimi nazione del lavoro minorile. Il problema, secondo un dirigente della casa di profumi Givaudan, è la mancanza di controllo che le aziende produttrici di profumi hanno sulle loro catene di fornitura. Ma questo, come nel caso di Armani, ormai è una scusa. L’avvocato Sarah Dadush, fondatrice del Responsible Contracting Project, che cerca di migliorare i diritti umani nelle catene di fornitura globali, ha affermato che l’indagine della Bbc “rive la... che quei sistemi non funzionano. Il problema è che i revisori controllano solo ciò per cui sono pagati”, e questo potrebbe non includere il prezzo pagato alla forza lavoro. L’Oréal ha dichiarato a Vogue Business di controllare regolarmente i suoi fornitori e di aver scoperto il lavoro minorile nelle sue catene di fornitura dopo la raccolta dei gelsomini del 2023 (e prima che la Bbc la contattasse), affermando tramite e-mail che da allora il gruppo ha collaborato con il governo egiziano, la Fair Labour Association e l’Ilo per “guidare il cambiamento sistemico a sostegno delle comunità locali”. Anche Estée Lauder crede che “i diritti di tutti i bambini debbano essere protetti”. Ma il lavoro minorile è ancora dilagante in molte catene di fornitura e il 70% lo si trova nel settore agricolo. La Giornata mondiale di quest'anno si concentrerà sulla celebrazione del 25° anniversario dell'adozione della Convenzione Ilo n. 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile (1999), che, nel 2020, è stata la prima Convenzione Ilo ad essere ratificata universalmente. Ci sono paesi insospettabili che invece cercano di fare marcia indietro: il costante impegno della Turchia nella lotta al lavoro minorile le è valso lo status di Paese pioniere nella lotta globale contro il lavoro minorile. Questo riconoscimento arriva dopo decenni di sforzi dedicati e iniziative strategiche volte a eliminare il lavoro minorile all’interno dei suoi confini. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, ratificata dalla Malesia, sottolinea il diritto di tutti i bambini alla protezione, all’istru zione e all’assistenza sanitaria, indipendentemente dallo status. La Thailandia ha implementato tutele legali specifiche per i bambini migranti, garantendo loro l’accesso all’istruzione e all’assistenza sanitaria. L’affiliato del Trades Union Congress Ghana, il General Agriculture Workers’ Union, ha introdotto una clausola sul lavoro minorile nei contratti collettivi, ha condotto una campagna sul diritto all’i struzione per i bambini e ha sostenuto un approccio basato sull’a rea per porre fine al lavoro minorile. In Bangladesh i sindacati hanno unito gli sforzi per accelerare l’eli minazione del lavoro minorile organizzando lavoratori e missioni di salvataggio, sostenendo regolamenti più severi. Un aumento dello sfruttamento dei bambini immigrati da parte delle aziende in luoghi di lavoro pericolosi in tutti gli Stati Uniti ha portato l’Afl-Cio a rinnovare la sua richiesta di leggi forti per prevenire gli abusi sul lavoro minorile e per ritenere i datori di lavoro responsabili aumentando le sanzioni. Nei Paesi Bassi, la Cnv e la Fnv lavorano attivamente per l’eliminazione del lavoro minorile nelle catene di approvvigionamento attraverso accordi con aziende olandesi sulla condotta responsabile delle imprese internazionali.

Raffaella Vitulano

( 12 giugno 2024 )

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