Alla fine i Paesi membri Ue hanno ratificato il Chips Act, il piano presentato dalla Commissione europea nel febbraio del 2022 per raddoppiare la quota di mercato nei semiconduttori del Vecchio Continente dal 10% al 20% entro il 2030 e tagliare la dipendenza dalla Cina e dagli altri Paesi asiatici. Si tratta dell'ultimo passaggio formale del processo decisionale. L'accordo tra le istituzioni Ue era stato raggiunto il 18 aprile scorso. Il regolamento sarà ora pubblicato sulla Gazzetta ufficiale Ue ed entrerà in vigore tre giorni dopo la pubblicazione. Il programma dovrebbe mobilitare 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, di cui 3,3 miliardi di euro dal bilancio comunitario. "Con il regolamento sui chip, l'Europa sarà in testa nella corsa mondiale ai semiconduttori. Già ora si vedono i risultati: nuovi impianti di produzione, nuovi investimenti, nuovi progetti di ricerca. E a lungo termine si contribuirà anche alla rinascita della nostra industria e alla riduzione delle nostre dipendenze estere", ha osservato il ministro spagnolo dell'Industria, Hector Gomez Hernandez.
L'obiettivo del Chips Act è quello di promuovere l'innovazione nelle tecnologie di nuova generazione, offrendo accesso a strumenti di "progettazione e linee pilota in tutta Europa per la prototipazione, i test e l'esperimento di semiconduttori all'avanguardia", si legge sulla pagina della Commissione Ue. Saranno implementate procedure di certificazione per garantire l'efficienza energetica e la sicurezza dei chip critici. I chip sono tasselli fondamentali sia per lo sviluppo delle reti 5G che per i sisstemi di intelligenza artificiale. Il piano vuole inoltre promuovere la creazione di un ambiente favorevole agli investitori, incoraggiando la costruzione di strutture manifatturiere in Europa. Ciò fornirà un sostegno fondamentale alle startup innovative, alle scaleup e alle Pmi per accedere a finanziamenti in capitale proprio. Il Chips Act mira anche a sviluppare "le competenze, il talento e l'innovazione nel settore dei semiconduttori".
Ciò dovrebbe garantire, secondo le intenzioni del legislatore europeo, lo sviluppo di una forza lavoro altamente qualificata e competitiva, pronta a rispondere alle sfide future. Un aspetto cruciale dell'iniziativa è anche la creazione di strumenti per prevedere e affrontare eventuali carenze e crisi nel settore dei semiconduttori, garantendo la sicurezza dell'approvvigionamento. L’esempio più recente è quanto è successo nel 2021, quando l’industria mondiale si trovò in serie difficoltà per l’impossibilità di trovare sul mercato chip in grado di garantire la continuità della produzione di beni.
"L’approvazione del regolamento sui chips rappresenta un importante passo nella giusta direzione", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. "Come Governo abbiamo sostenuto la necessità di una maggior autonomia strategica a livello europeo supportando gli investimenti sulle nuove frontiere tecnologiche, come i semiconduttori, le batterie elettriche, la cyber sicurezza e l’intelligenza artificiale", ha aggiunto.
Rodolfo Ricci