L'economia si riprende la scena al Consiglio europeo e dopo i vertici di guerra trova i leader dei 27 divisi sul nuovo debito comune, sul futuro del mercato comune e su come affrontare le sfide della competitività. I 27 si bloccano per ore sull'Unione del mercato dei capitali e lo spazio da dare a una nuova supervisione rafforzata (ma non troppo) dei mercati finanziari. Ipotizzata timidamente nelle conclusioni preliminari e poi di fatto affossata, limitandosi a parlare di "convergenza" nelle conclusioni e invitando quindi la Commissione a lavorarci. Per una super authority finanziaria dei mercati europei, insomma, la strada è ancora lunga. Il summit resta comunque il gran giorno del rapporto di Enrico Letta sul futuro del mercato unico, un sunto di suggerimenti e strumenti per l'Unione in cui l'ex premier dettaglia anche le singole tappe da seguire.
È destinato a fare il paio con l'imminente report di Mario Draghi sulla competitività europea. Due ex premier italiani che tracciano il futuro dell'economia europea. Ma intanto quello di Letta già fissa alcuni punti fermi. Parla ad esempio di una quinta libertà accanto alla circolazione di beni, persone, capitali e servizi: quella della ricerca, dell'innovazione e delle competenze. Parla di un'Unione del risparmio e degli investimenti, perché possa usare i risparmi per le enormi esigenze di investimento per la transizione e la difesa. Pensa a un prodotto di risparmio a lungo termine comune da offrire in tutti i Paesi Ue. E soprattutto ipotizza un'autorità dei mercati finanziari europea, l'Esma amplificata e rafforzata, ma subito - appunto - sabotata dagli Stati membri più piccoli o quelli dai mercati più forti (innanzitutto Irlanda, Cipro e Lussemburgo, ma anche Malta, Svezia o Estonia).
Sul fronte finanziario, ancora, il presidente dell'istituto Delors auspica la promozione del partenariato pubblico-privato, sempre come nuova via di finanziamento della transizione. La premier Giorgia Meloni ha parlato di un lavoro "molto interessante" fatto da Letta, ringraziandolo e ricordando che la proposta su un nuovo debito comune è sostenuta dal governo italiano. "Sono orgoglioso del fatto che siamo riusciti con questo rapporto ad aprire una discussione importante - ha detto Letta -. La discussione che c'è stata ci porta verso un futuro nel quale il mercato unico europeo può diventare veramente il mercato per i cittadini, per gli studenti, per tutti coloro che vogliono fare ricerca in un altro Paese, per le piccole imprese e per le grandi". Quanto al timore di aver lavorato a un rapporto che finirà dimenticato in un cassetto, Letta è parso un pò più rincuorato della vigilia, visto che è stato chiamato a presentare il suo lavoro in tutte e 27 le capitali. "C'è stato molto sostegno su questo rapporto presentato da Enrico Letta.
Non significa che tutti i leader fossero d'accordo su tutti i dettagli. Si tratta di una sorta di cassetta degli attrezzi tecnica" , ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Tra le "principali aree di azione la prima è proprio l'accesso al capitale", ha ricordato. Ma mancano soldi per lo sviluppo delle nostre aziende nell'Ue ed è dovuto alla frammentazione dei nostri mercati dei capitali e del sistema finanziario. "Sull'Unione del mercato dei capitali dobbiamo compiere una serie di passi decisivi".
Dopo oltre tre ore di stallo al vertice Ue sulla parte relativa all’Unione del mercato dei capitali si è cercato uno sblocco con una proposta franco-tedesca per convincere Irlanda, Lussemburgo, Cipro e Malta. La nuova ipotesi di mediazione puntava a mettere d'accordo i 27 con l'idea di "migliorare la convergenza ed efficienza" della "supervisione" dei mercati dei capitali, invitando la Commissione a lavorare alle condizioni per mettere in condizione le autorità europee di esercitare effettivamente una supervisione dei capitali sistemici più rilevanti e gli attori dei mercati finanziari. Fino all'ultimo il testo delle conclusioni del vertice europeo era stato lasciato aperto sostanzialmente su due punti nella parte sull'Unione del mercato dei capitali.
Il primo era relativo all'armonizzazione dei sistemi di insolvenza nazionali e della tassazione per le aziende, inclusa l'idea di sostenere gli investimenti dei capitali. Il secondo nodo più spinoso, anch'esso inserito nelle conclusioni solo in via provvisoria, era relativo al miglioramento della supervisione dei mercati dei capitali Ue, per consentire alle autorità di sorveglianza europee di avere potere sui capitali con rilevanza sistemica sovranazionale e sugli attori dei mercati finanziari. Su quest'ultimo punto sarebbe arrivata quindi una possibile svolta puntando sulla convergenza e affidando un incarico specifico alla Commissione. Lo scopo del lavoro della Commissione sulla supervisione finanziaria punterebbe a rafforzare l'integrazione e assicurare stabilità finanziaria, semplificando i processi e riducendo i costi di conformità, prendendo in considerazione l'interesse di tutti gli Stati membri.
Rodolfo Ricci