L'economia americana cresce ma leggermente meno delle attese. Il pil del quarto trimestre ha segnato un +3,2%, sotto il 3,3% dell'iniziale stima. Un lieve rallentamento che, probabilmente, non inciderà sulla tabella di marcia della Fed. Archiviata l'ipotesi di un taglio dei tassi in marzo, gli analisti scommettono ora in giugno o luglio per la prima riduzione del costo del denaro. Ma nulla è dato per scontato: il timore è che l'inflazione resti elevata, ben sopra il target del 2%, o che addirittura torni ad accelerare.
Con la cautela d'obbligo in un quadro fortemente incerto, gli investitori attendevano le nuove rilevazioni sull'andamento dei prezzi : l'inflazione misurata dall'indice Pce, il personal consumption expenditure, in gennaio è salita del 2,4%, in linea con le attese. Ora è attesa soprattutto l'audizione in Congresso del presidente della Fed Jerome Powell il 6 marzo, il giorno dopo il Super Tuesday. Proprio alle elezioni gli investitori guardano con particolare attenzione: il 5 marzo dovrebbe essere infatti chiaro chi saranno i due candidati che si sfideranno in novembre, con molta probabilità Donald Trump e Joe Biden.
L'economia americana continua a registrare performance migliori delle sue rivali, mette in evidenza S&P Global Ratings che di recente ha rivisto al rialzo la crescita americana per il 2024 al +2,4% dal +1,5% precedente alla luce dell'andamento della crescita nel 2023 e della buona partenza per il 2024. "Le prospettive per l'economia americana sono positive. Il pil cresciuto del 2,5% nel 2023 e l'attesa per il 2024 è simile, quanto basa per mantenere la disoccupazione bassa, sotto il 4%", afferma Mark Zandi, il capo economista di Moody's Analytics, prevedendo un taglio dei tassi di un quarto di punto in maggio e riduzioni della stessa entità nei trimestri successivi. Il costo del denaro, spiega Zandi, scenderà dall'attuale oltre 5% al 3% nei prossimi anni grazie al calo dell'inflazione.
L'ottimismo per le prospettive americane, aggiunge, è legato in gran parte ai consumatori che continuano a spendere e far girare l'economia. "Ci sono comunque alcuni rischi al ribasso, dal petrolio al sistema bancario americano che è stabile ma fragile passando per il contesto politico con le elezioni presidenziali che potrebbero innescare volatilità".
L’opinione diffusa tra gli analisti è univoca: la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi di interesse solo di 75 punti base quest'anno, meno delle attese. È quanto emerge dall'andamento degli swap che, nei mesi, indicavano un taglio complessivo fino a 100 punti base. La revisione della attese è legata all'andamento dell'economia e all'inflazione che, pur rallentando continua a mantenersi elevata. L'ipotesi di un taglio in marzo è ormai tramontata e l'ipotesi più accreditata è giugno o luglio.
Rodolfo Ricci