L'economia americana ormai ha messo il piede sull’acceleratore, i prezzi corrono e la Fed (Federal Reserve) rivede la sua tabella di marcia anticipando al 2023 il primo aumento dei tassi di interesse. I progressi sulle vaccinazioni hanno ridotto la diffusione del Covid 19 negli Stati Uniti. E nell'ambito di questi passi in avanti gli indicatori dell'attività economica e dell'occupazione si sono rafforzati, afferma la Fed al termine della due giorni di riunione, che si è chiusa con tassi fermi fra lo 0 e lo 0,25% e il piano di acquisti di asset da 120 miliardi di dollari invariato.
E i progressi emergono chiaramente dalle nuove stime di crescita. Il pil americano è stato infatti rivisto al rialzo al +7% quest'anno mentre la previsione per il 2022 è rimasta invariata al +3,3%. Un'accelerazione è attesa anche per l'inflazione stimata quest'anno al 3,4%, ben al di sopra dell'obiettivo del 2% e oltre il +2,4% previsto solo lo scorso marzo. I prezzi "sono saliti in modo notevole e resteranno elevati", avverte il presidente della Fed, parlando di "colli di bottiglia maggiori delle attese" nelle catene di approvvigionamento con conseguenti effetti forti sui prezzi. È in questo contesto che la Fed accelera la sua tabella di marcia: 13 dei 18 componenti del Fomc prevedono almeno un aumento del costo del denaro entro la fine del 2023, in aumento rispetto ai sette di marzo. Per il 2023 ben 11 membri stimano addirittura due rialzi dei tassi, mentre sette - rispetto ai quattro di tre mesi fa - intravedono una stretta già nel 2022. Parlando di effetti transitori sull'inflazione, la Fed ribadisce come anche a fronte dei miglioramenti osservati "i rischi all'outlook restano", spiega Powell notando un rallentamento della velocità delle vaccinazioni e la diffusione di nuove varianti.
Guardando avanti la banca centrale si impegna a monitorare le implicazioni all'outlook che arrivano dai dati economici. La Fed è pronta ad aggiustare la sua politica se dovessero emergere rischi che le impediscono di raggiungere i suoi obiettivi della massima occupazione e della stabilità dei prezzi. Dopo una seduta debole, Wall Street gira decisamente in negativo con la Fed 'falco’ sui tassi e che, già in agosto, potrebbe annunciare una riduzione degli acquisti di asset, aprendo la strada al ritiro delle misure eccezionali messe in campo per la pandemia. I listini americani perdono in media l'1%, 'spaventati’ da una Fed che sembra - secondo gli analisti - iniziare a fare i conti con la realtà, ovvero con una crescita sostenuta e una volata dei prezzi, saliti in maggio del 5%.
Il timore è che nel ritiro degli stimoli qualcosa vada storto facendo naufragare la ripresa. Molti notano inoltre il messaggio contrastante che arriva dalla Fed e dall'amminstrazione Biden che, nonostante i progressi, vuole varare un piano da 2.500 miliardi di dollari per le infrastrutture e incassare il via libera a un budget multimiliardario.
Rodolfo Ricci