Era forse inevitabile ma non certo auspicabile. Telefono, internet, tv via cavo. L’Unione europea si priva di una parte del proprio mercato delle telecomunicazioni vendendo agli Emirati Arabi. La Commissione europea dà il proprio benestare al’acquisto, da parte di Telecommunications Group Company PJSC (‘e&’), di Ppf Telecom Group B.V. (Ppf). Con questa operazione la compagnia emiratina ha il controllo esclusivo di un gruppo che opera in Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Serbia e Repubblica Ceca. Il via libera dei servizi dell’esecutivo comunitario hanno imposto delle condizioni per poter finalizzare la trattativa, escludendo il mercato ceco dalle future operazioni della compagnia extra-europea. Complessivamente Ppf serve oltre 10 milioni di clienti nel settore delle telecomunicazioni. Utenti europei la cui sicurezza delle reti viene affidata a operatori non europei.
L’Unione europea non impedisce di fare affari, in virtù di libero mercato e libera circolazione di bene e servizi, ma la scelta sposta fuori Ue gestione e controllo di infrastrutture critiche. Margrethe Vestager, commissaria responsabile per la Concorreza, si limita alle considerazioni legata al suo portafoglio, accogliendo con favore una proposta di fusione andata a buon fine per le regole del mercato. Sullo sfondo resta però un’Europa che vende il proprio patrimonio di infrastrutture e servizi di telecomunicazioni a operatori stranieri. Un caso esemplare è quello italiano, con il caso Telecom- KKR. A livello di dibattito europeo attenzione è stata posta alla penetrazione cinese nel mercato a dodici stelle, con richieste esplicite di evitare che infrastrutture critiche come le reti di telecomunicazioni finiscano nelle mani di Pechino.
L’Europa degli Stati procede però in senso opposto a quello di una autonomia strategica e una sovranità propria. E’ vero che tra le condizioni poste dall’Antitrust a dodici stelle c’è quella di informare direttamente la Commissione per ogni acquisizione futura che e& avesse intenzione di condurre, il divieto di qualsiasi finanziamento da parte degli emiratini alle attività della controllata Ppf nel mercato unico, nonché un impegno affinché gli statuti di e& non si discostino dalla normale legge fallimentare degli Emirati Arabi Uniti, rimuovendo così la garanzia statale illimitata. Garanzie in vigore per 10 anni, da rinegoziare. Intanto l’Ue si priva di una parte delle proprie reti, messe nelle mani di Paesi terzi. Ma il risiko non finisce qui. La Commissione europea ha dato il via libera anche all’acquisizione di Vodafone Italia ai sensi del Regolamento relativo alle sovvenzioni estere (Foreign Subsidies Regulation). Lo ha annunciato un comunicato di Swisscom che controlla Fastweb. Questa decisione, commenta il gruppo svizzero, "è un altro passo importante verso l’ottenimento delle autorizzazioni regolamentari necessarie per la conclusione della transazione".
A seguito del comunicato del 15 marzo scorso in cui si annunciava l’acquisizione di Vodafone Italia, come previsto dal Regolamento relativo alle sovvenzioni estere il 19 agosto Swisscom ha notificato la transazione alla Commissione europea, alla direzione generale della Concorrenza. Il 23 settembre la Commissione europea ha annunciato che l’esame preliminare si è concluso e che la transazione può quindi essere completata senza riserve. Nel complesso, l’acquisizione di Vodafone Italia procede conformemente ai tempi prestabiliti. Swisscom si è assicurata il finanziamento per il prezzo di acquisto di 8 miliardi nel maggio 2024 e ha ricevuto il via libera incondizionato sia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano (legislazione sul golden power) che dalla Commissione federale svizzera della concorrenza. La transazione è tuttora soggetta ad altre autorizzazioni normative, tra cui quella dell’autorità antitrust italiana. Quest’ultima ha annunciato di aver avviato un’indagine approfondita sull’acquisizione ai sensi delle norme italiane in materia di controllo delle operazioni di concentrazione.
Come annunciato inizialmente, Swisscom prevede che la transazione si concluda nel primo trimestre del 2025. Ma il mondo delle tlc è in forte fermento. Anche Edison Energia lancia 'Risolve', una piattaforma di servizi per la gestione delle utenze e della casa con cui la società del gruppo Edison vende energia elettrica e gas a famiglie e imprese, nonché servizi a valore aggiunto al segmento retail, accelerando verso l'obiettivo di 4 milioni di contratti al 2030 annunciato lo scorso anno. La piattaforma è stata presentata a Milano e dal primo ottobre si arricchisce dell'offerta Wi-Fi, con l'obiettivo di arrivare al 2028 con il 10% dei clienti della piattaforma che avranno aderito anche alla proposta Wi-Fi, con la società che entra così nel mercato delle Tlc. Attualmente Edison Energia ha oltre 2,8 milioni di contratti retail con oltre un cliente su tre che ha già scelto la doppia fornitura.
Rodolfo Ricci