Finalmente c'è il riferimento al price cap nel testo emendato del piano per la riduzione del consumo di gas approvato al Consiglio Affari Energia. Il riferimento è nel preambolo, nei 'considerando' iniziali. "In seguito alla richiesta del Consiglio europeo, la Commissione sta anche esplorando, insieme ai nostri partner internazionali, i modi per frenare l'aumento dei prezzi dell'energia, compresa la possibilità di introdurre dei tetti temporanei ai prezzi delle importazioni e di proseguire i lavori sull'ottimizzazione del funzionamento del mercato europeo dell'elettricità", si legge nel testo, che va così incontro alle richieste italiane. D’altronde la recessione si avvicina, e ancora una volta a suonare il campanello d'allarme è l'economia tedesca con la sua elevata esposizione alla guerra di Putin.
Uno scenario che chiarisce meglio perché la Bce non intenda legarsi troppo le mani sul ritmo dei rialzi dei tassi da qui ai prossimi mesi, con il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, che ha sottolineato la gradualità dell'approccio. L'indice Ifo che misura il clima fra le imprese tedesche segnala una gelata delle aspettative e della situazione corrente, con un calo a 88,6 - minimo dal giugno 2020 - da 92,2, ben peggiore al previsto. Pesano i rincari energetici e la minaccia russa di un blocco totale all'import di gas. "La Germania è sull'orlo di una recessione", ha affermato Clemens Fuest, il presidente dell'istituto di ricerca. Al netto degli indicatori anticipatori - come il Pmi che la scorsa settimana ha segnalato nubi in arrivo per l'economia europea - la prova del nove per la Germania arriverà venerdì con i dati sulla crescita nel secondo trimestre, attesa dagli economisti in frenata a 0,1% da 0,2% dei tre mesi precedenti. Ma se la 'locomotiva' tedesca andrà in recessione, anche per l’Italia sarà impossibile non sentirne l'impatto rispetto a una stima 2022 di oltre il 3%.
Carsten Brzeski, capo della ricerca macroeconomica di Ing, si aspetta una contrazione tedesca nel secondo trimestre ed è convinto che nello scenario base, con frizioni nella catena delle forniture, incertezza e alti prezzi energetici e delle materie prime, risultati dalla guerra in Ucraina, l'economia tedesca sarà spinta in una recessione tecnica. Un bel grattacapo per la Bce. Giusto giovedì scorso Francoforte ha anticipato la stretta dei tassi attesa da mesi, alzando di mezzo punto, anziché un quarto. Per contro, ha lanciato il suo 'scudo' anti-spread che dovrebbe consentire la "normalizzazione" dei tassi senza troppi scossoni sui Btp. La Fed ha quasi reso esplicito che tollererà una recessione pur di frenare un'inflazione giunta al 9,1%.
La Bce - con l'inflazione all'8,6% - si riserva di procedere gradualmente data la maggior fragilità dell'economia europea. Il Governatore Martins Kazacs - esponente della Lettonia dove l'inflazione sfiora ormai il 20% - promette altre strette energiche: il rialzo di settembre "dovrà anch'esso essere significativo". Ma Visco offre una sintesi diversa del meeting Bce di giovedì scorso: vedremo volta per volta, sulla base dei dati, come procedere e "ad oggi non è possibile dire" se il prossimo rialzo sarà da un quarto o da mezzo punto percentuale. Carte coperte.
Rodolfo Ricci