Venerdì 22 novembre 2024, ore 19:42

Europa 

Germania e Italia tentano una fuga dal gas della Russia 

Puntare sul gas russo in passato è stato un errore, anzi è stato proprio "stupido", ha scandito il vicecancelliere tedesco Robert Habeck aprendo il Berlin Energy Transition Dialogue. E nel giro di qualche ora il politico dei verdi si è consultato in una bilaterale con il collega italiano, il ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, a Berlino per l'occasione, che condivide il problema spinoso della dipendenza da Mosca. In colloqui definiti da Cingolani "molto utili e fruttuosi" si è ribadito che Germania e Italia si trovano in una situazione tecnicamente simile: "Per noi e la Germania un punto in comune è quello di liberarci il più velocemente possibile dalla dipendenza dal gas russo", ha spiegato Cingolani ad alcuni giornalisti italiani, incontrati all'ambasciata d'Italia. "E in questa fase si tratta innanzitutto di differenziare le importazioni".

Poi è chiaro che entrambi i paesi, "due grandi manifatture europee, energivore" puntano già sull'accelerazione dell'ampliamento delle rinnovabili, che da questa crisi hanno in realtà una fortissima spinta. L'Italia può contare su alcuni asset importanti. "La Germania è legata alla Russia da un grande gasdotto, non ha rigassificatori e deve cambiare un pò strategia. Ha però molta produzione di elettricità a carbone, e ritarderà di un pò il phase out dal nucleare", ha spiegato Cingolani. "L'Italia ha invece 5 gasdotti, tre da sudest e due da nord, il che ci facilita un pò la differenziazione. In più abbiamo tre rigassificatori". Cingolani ha anche spiegato di aver chiesto al ministro tedesco un paio di settimane di tempo per arrivare a siglare l'accordo di solidarietà sul gas fra Roma e Berlino per i casi di emergenza, su cui il governo tedesco si è già detto pronto alla firma. "Siamo d'accordo e si farà", ha spiegato, "ma ho chiesto due settimane per capire come lanciare le gare per lo stoccaggio". Un tema che sta a cuore a entrambi i ministri è anche quello della speculazione finanziaria in atto sull'energia: il gas che fluisce oggi dalla Russia è lo stesso di un anno fa, ma invece di pagarlo 20 centesimi al metro cubo si paga un euro e mezzo, ha rimarcato Cingolani, anche nel suo intervento al forum energetico.

La soluzione proposta dall'Italia "è un price cup europeo, un prezzo unico europeo del gas, oltre alla richiesta di disaccoppiare il costo dell'energia elettrica dal costo del gas". C'è poi sullo sfondo la questione dello stratagemma russo: con il Cremlino che insiste sul fatto che il gas venga pagato esclusivamente in rubli, linea ribadita da Mosca cui Europa e G7 si sono opposti, contestando la violazione del contratto. "I contraenti sono le aziende non i paesi", ha sottolineato in merito Cingolani, in ambasciata. Il G7 ha risposto che tecnicamente non si può perché è una rottura del contratto. È ovvio che se si cambia il contratto in modo così forte, quando c'è scritto che si paga in euro o in dollari la cosa non è automatica. Si solleva una questione di diritto internazionale, e "dovremo vedere come evolve".

Poco dopo il governo tedesco ha attivato l'allerta preventiva del piano di emergenza sul gas in Germania. Lo ha annunciato il ministro Habeck a Berlino, in una conferenza stampa al ministero, spiegando che a causa della guerra in Ucraina la Germania si prepara a un peggioramento dell'approvvigionamento del gas, attualmente comunque garantito. - Il piano di emergenza del gas prevede tre stadi, ha spiegato Habeck: il primo, quello dell'allerta è una fase di monitoraggio; il secondo stadio prevedrebbe "l'allarme" e il terzo la proclamazione della "emergenza".

Rodolfo Ricci

( 30 marzo 2022 )

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