Nel primo turno delle elezioni dell'astensionismo record il partito del presidente francese Emmanuel Macron stravince (32,32%) annientando i socialisti (9,51%) mentre resistono a stento i gollisti de Les Republicains (21,56%) ed esce malconcia l'ultradestra del Front National di Marine Le Pen con il 13,20%. "La France insoumise" (LFI), il partito di sinistra radicale di Jean-Luc Melenchon, ha conquistato insieme al Partito comunista il 13,74%.
Emmanuel Macron 'in marcia' verso una maggioranza schiacciante, titola stamane Le Figaro. Secondo un sondaggio Kantar Public-onepoint, Lrm e i suoi alleati centristi si avviano infatti a conquistare fra 400 e 440 seggi sui 577 dell'Assemblea Nazionale con i ballottaggi di domenica prossima.
"La Francia è tornata" ha esultato il premier Edouard Philippe. Ma il portavoce del governo Christophe Castaner ha ammesso che un'affluenza del 49% è stata "un fallimento per questa elezione" e sottolineato che il partito di Macron deve riuscire a coinvolgere chi è rimasto a casa. I conti li fa Le Monde: "Non bisogna confondere slancio e velocità. Questa spinta degli elettori di Rem... è ancora lontana dal rappresentare un'adesione ampia di settori della società" scrive il quotidiano. Il calo dell'affluenza, già in atto, "ha conosciuto un aggravamento considerevole: otto punti di partecipazione spariti dal 2012 a oggi".
Se il presidente è stato eletto a maggio con il 43,5% degli elettori iscritti nelle liste "stavolta l'avanzata dei 'marciatori' poggia su poco più del 15% degli iscritti" .
Per l'ex premier Alain Juppe, esponente della destra de Les Republicains, la bassa affluenza è segnale di "un profondo malessere dell'elettorato" e un trionfo di Macron al secondo turno sarebbe negativo per la democrazia.