L'economia mondiale corre: il pil nel 2021 cresce del 6%, un livello non visto dagli anni 1980. Una volata legata alle imponenti misure di stimolo messe in campo da governi e banche centrali e alle vaccinazioni. Ma nonostante i segnali sempre più visibili di una via di uscita dalla crisi del Covid, il Fondo monetario internazionale avverte: restano "sfide difficili" da affrontare, in primis una ripresa a più velocità che rischia di ampliare il divario fra i diversi paesi, penalizzando soprattutto gli emergenti mentre le economie avanzate emergeranno dalla pandemia con lievi danni permanenti. Nel presentare il World Economic Outlook il Fmi si mostra ottimista.
Le stime di crescita dell'economia globale sono riviste al rialzo sia per quest'anno sia per il prossimo, grazie al piano di stimoli da 1.900 miliardi di dollari voluto con forza dall'amministrazione di Joe Biden. Un piano che mette le ali alla ripresa americana: il pil statunitense è atteso crescere quest'anno del 6,4%, ovvero 1,3 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio, e il prossimo del 3,5%. Indietro invece Eurolandia: pur ritoccando le previsioni al rialzo, la crescita si inchioda al +4,4% quest'anno e al 3,8% nel 2022. Gli States sono l'unica grande economia che supererà i livelli di pil previsti per il 2022 in assenza della pandemia, afferma il capo economista del Fondo Gita Gopinath, descrivendo l'area euro indietro agli Stati Uniti di una paio di mesi in termini di ripresa.
"Eurolandia riparte più lenta e dovrebbe tornare ai livelli pre-Covid il prossimo anno", aggiunge Gopinath, invitando i governi a non mollare nella lotta al Covid che resta la prioritò perché i rischi alle ripresa permangono. E soprattutto a lavorare per una vaccinazione universale che richiede un aumento della produzione e della distribuzione, evitare i controlli all'export, finanziare il Covax e assicurare un equo trasferimento delle dosi in eccesso. Fra i rischi individuati dal Fmi c'è quello degli effetti di una ripresa asincrona sulla stabilità finanziaria.
Infatti se da un lato i massicci stimoli dispiegati per sostenere l'economia hanno gettato le basi della ripresa, dall'altra il pericolo è che abbiano effetti non voluti che, "se non affrontati, potrebbero trasformare in problemi strutturali le debolezze finanziarie emerse" con il Covid. Del contesto positivo beneficia l'Italia, la cui crescita è stata rivista per quest'anno al rialzo al 4,2%, mentre nel 2022 sarà al 3,6%. Una ripresa più sostenuta che ha effetti benefici sui conti pubblici. Il debito quest'anno è atteso salire al 157,1% - meno del 158,3% previsto in ottobre - con un deficit in calo dl 9,5% del 2020 all'8,8%. Anche la disoccupazione ne gioverà fermandosi al 10,3% nel 2021 a fronte dell'11,8% previsto in ottobre.
Rodolfo Ricci