Continuano le polemiche suscitate dalla decisione del governo francese di nazionalizzare i cantieri Stx. Secondo fonti Ue, la decisione non ricadrebbe nelle regole comunitarie sugli aiuti di Stato in quanto l'acquisto della quota di maggioranza avviene sul mercato. Ufficialmente la Commissione europea mantiene comunque la linea espressa già ieri. Il portavoce Alexander Winterstein ha spiegato che Bruxelles non ha avuto contatti con il governo francese sulla questione e di conoscerla attraverso i giornali e che comunque commenti in questa fase sarebbero prematuri.
Secondo la stampa francese, la nazionalizzazione dei cantieri Stx France è uno "strike", un "colpo vincente", che potrebbe consentire al presidente Emmanuel Macron di risalire la china dopo il recente crollo di 10 punti nei sondaggi di popolarità, dovuto agi attriti sulle riforme economiche e allo scontro con il capo di stato maggiore dell'esercito dimissionario, Philippe de Villiers.
Anche i leader dei sindacati francesi CFDT e FO, Laurent Berger e Jean-Claude Mailly, approvano la nazionalizzazione temporanea di Stx France, ma chiedono alle autorità di Parigi di trovare una soluzione duratura per i cantieri di Saint-Nazaire. Quella annunciata ieri dal ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, "è senz'altro una decisione che si imponeva, temporaneamente, ma ricordo che ciò che serve ad Stx è affiancarsi ad un industriale forte", ha dichiarato Berger, ai microfoni di radio Europe 1. Per lui, la "buona soluzione è chiaramente (un ripartizione dell'azionariato tra Italia e Francia,ndr.) 50/50". Un riferimento, quest'ultimo, alla proposta francese respinta dall'Italia. "Invito alla ragione e spero che troveremo una soluzione con gli italiani, altrimenti entreremo in una nuova fase di incertezze, che non è mai buona per l'azienda". Da parte sua, il segretario generale di Force Ouvrière, che da tempo invocava la nazionalizzazione, ha reso omaggio ad una mossa "necessaria", una "buona decisione". Per lui, l'acquisto del 100% dei cantieri di Saint-Nazaire da parte dello Stato si giustifica con i timori suscitati dall'"assetto previsto con gli italiani" dalla precedente amministrazione di Francois Hollande, in particolare, rispetto al "savoir-faire, l'occupazione e un settore che è strategico". "ora bisognerà trovare un azionariato stabile che garantisca l'avvenire dell'azienda e dei posti di lavoro". E ancora: "Se l'Italia dice no (alla ripartizione 50/50) bisognerà trovare qualcun altro".
Tutt’altro il clima al di qua delle Alpi, con governo e parti sociali uniti nello stigmatizzare l’atteggiamento di Parigi, mentre divampa la polemica politica.
(Domani su Conquiste Tabloid editoriale di Angelo Colombini, segretario confederale Cisl)
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