"Immagino che per fine settembre dovremo avere le nostre proposte, i nostri orientamenti sulla governance economica. Ci metteremo in contatto con gli Stati membri e avremo un dibattito dopo che i nostri orientamenti e proposte saranno stati presentati. Siamo consapevoli delle difficoltà, ma siamo anche fiduciosi, perché sappiamo che le posizioni sono molto meno arroccate di quanto si possa immaginare". Questa è la proposta del commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, illustrata nella conferenza stampa al termine della riunione dell'Eurogruppo. Un'eventuale scenario avverso per l'economia Ue è quello dell'energia. "Questo rischio permane, non è calato nelle ultime settimane, è presente, anzi aumenta. Però il fatto che tutti siamo consapevoli di questo rischio non ci deve indurre a creare un'immagine fuorviante della situazione attuale dell'economia che è caratterizzato da una crescita molto limitata rispetto alle previsioni precedenti, però la crescita è presente, continua".
Resta il dato di fondo: la Commissione europea domani si prepara a tagliare ancora le previsioni sulla crescita nel 2022 e a rivedere al rialzo le stime sull'inflazione. Uno scenario che era già nell'aria, ma che negli interventi dei partecipanti all'Eurogruppo e poi all’Ecofin, si è materializzato per incrociarsi quindi alle crescenti preoccupazioni per l'incognita sulle forniture energetiche: uno stop totale dei flussi di gas russo, è l'allarme, potrebbe portare a un marcato peggioramento della situazione economica. Intanto dalla gara per la guida del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) è uscito il candidato italiano Marco Buti, capo di gabinetto del commissario Ue all'Economia Paolo Gentiloni. L'Italia ha deciso di sostenere il candidato portoghese, ha annunciato il ministro delle finanze di Lisbona Fernando Medina, riducendo dunque a una corsa a due la selezione del successore di Klaus Regling alla direzione generale del Mes, l'ex ministro portoghese Joao Leao e l'ex ministro lussemburghese Pierre Gramegna. La mossa italiana non è però stata sufficiente a favorire un'intesa e i veti incrociati hanno impedito di raggiungere la soglia di maggioranza necessaria dell'80% dei voti. "La crescita economica si sta dimostrando ancora abbastanza resiliente quest'anno ma ci si può aspettare qualche revisione verso il basso e ancora di più per il prossimo anno perché ci sono molte incertezze e rischi e, purtroppo, l'inflazione continua a crescere e sarà ancora una volta rivista al rialzo", ha detto il vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis.
Una interruzione totale della fornitura del gas russo all'Ue non è uno scenario base ma è un rischio che non possiamo escludere - ha avvertito Dombrovskis - "E sia a livello europeo che a livello di Stati membri ci stiamo preparando a questa eventualità". Poi il dibattito sulle previsioni economiche d'estate. A maggio l'esecutivo europeo aveva già tagliato le previsioni sulla crescita per quest'anno nei 19 Paesi dell'eurozona al 2,7%, dal 4% previsto a febbraio, limando poi dal 2,7% al 2,3% quella per il 2023. Le attese sull'inflazione erano state quasi raddoppiate al 6,1% dal 3,5% atteso in precedenza. Rispetto al 'superdollaro’, che vede l'euro ormai verso la parità con il biglietto verde, Gentiloni ha affermato di ritenere "un errore" l'idea che la moneta unica europea debole sia un vantaggio incoraggiando l'export. La ministra dell'Economia della Spagna Nadia Calvino ha avvertito di una situazione economica in Europa segnata da un'elevatissima incertezza chiedendo un contenimento dell'inflazione. Infine, "le politiche di bilancio in tutti i paesi dovrebbero mirare a preservare la sostenibilità del debito, nonché ad aumentare il potenziale di crescita in modo sostenibile per migliorare la ripresa", hanno avvertito i ministri finanziari dell'eurozona e dellEcofin. Facendo un flash back, le paure nascono dallo stop al Nord Stream e ai flussi tagliati a Italia e Austria.
Il lunedì nero dell'energia, per l'Europa, è iniziato nel peggiore dei modi e ha segnato, forse, una nuova tappa nella guerra del gas del Cremlino. Se il blocco del gasdotto che porta metano alla Germania dall'11 al 21 luglio era stato annunciato per "manutenzioni programmate", non lo sono le riduzioni, rispettivamente di un terzo e del 70%, decise da Gazprom per Roma e Vienna. A Bruxelles aumenta la sensazione che il quadro sia destinato a peggiorare. "Sono dodici i Paesi membri finora direttamente interessati dai tagli. La situazione è serissima, siamo preparati ad ogni scenario", è l’ennesimo allarme certificato dalla Commissione Ue. La nuova mossa di Vladimir Putin è arrivata proprio mentre cominciava la riunione dell'Eurogruppo. Ironia della sorte: sul tavolo c'era innanzitutto il peggioramento della situazione economica dell'eurozona ma il gas ha svolto il classico ruolo di convitato di pietra.
Rodolfo Ricci