Un piano congiunto per creare un bilancio unico dell'Eurozona: questo il piatto cucinato da due chef un tempo stellati e oggi passati di moda, in occasione dell’Eurogruppo riunitosi ieri a Bruxelles. Angela Merkel e Emmanuel Macron solo cinque mesi fa, quando avevano stilato la dichiarazione comune di Meseberg volta a puntellare il futuro dell’euro, forse non immaginavano di ritrovarsi così a breve nella necessità di puntellare i loro stessi scranni. Le ultime due tornate elettorali hanno dato un segnale chiaro alla Cancelliera, la cui leadership ha imboccato inevitabilmente la via del tramonto. Mentre Macron, assediato dalle proteste di piazza dei giubbetti gialli, sembra essere riuscito a bruciare il suo pacchetto di consensi persino più rapidamente di quanto avesse fatto il suo predecessore, Francois Hollande. Anche per questo l’attenzione dei commensali più che sulla pietanza (unione bancaria, riforma del meccanismo europeo di stabilità Esm e nuovo bilancio unico dell'area euro), è sembrata concentrarsi sul contorno. Ovvero sul braccio ingaggiato dal governo italiano con la Ue. Uno scontro nel quale, al di là del tornaconto elettorale a brevissimo termine, tutti hanno da perdere.
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