E’ finita senza un accordo la riunione del consiglio Affari Interni Ue sull’emergenza profughi. Come previsto, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania si sono messe di traverso ed hanno impedito di trovare un'intesa unanime sulla bozza di conclusioni. Budapest ha anche insistito nel voler essere cancellato dalla lista dei Paesi beneficiari dei ricollocamenti.
Non è stato possibile trovare l'unanimità sui 120mila ricollocamenti ma "c'è un accordo di principio suffragato da una larga maggioranza di Paesi" e "il Consiglio può decidere per maggioranza qualificata", ha assicurato Jean Asselborn, ministro degli Esteri del Lussemburgo, presidente di turno dell'Ue, al termine della riunione.
Ma intanto la Francia ha già dato disposizione di ripristinare nuovamente i controlli alla frontiera con l'Italia qualora - ha sottolineato il ministro dell'interno, Bernard Cazeneuve - dovesse ripetersi "una situazione identica a quella di alcune settimane fa". Mentre in Ungheria sono iniziati i primi arresti dei migranti entrati illegalmente dal confine con la Serbia.
(Approfondimento domani su Conquiste tabloid)