L’hanno già ribattezzata l’”Europol dell’ispezione sociale”. L’Autorità europea del lavoro (ELA), che la Commissione presenterà a inizio marzo, sarà la madre di tutte le strutture contro le frodi sociali legate all’occupazione, soprattutto quelle che riguardano i lavoratori distaccati. L’Europol del lavoro non prevede ispettori che da Bruxelles andranno a investigare all’interno degli Stati membri, ma sarà un centro di coordinamento tra di essi, in cui i vari specialisti dei Paesi Ue saranno chiamati a lavorare insieme soprattutto nell’analisi dei rischi e nello smantellamento delle frodi su grande scala che un antenna nazionale non può giocoforza avviare più di tanto. Il ruolo dell’Autorità sarà destinato a crescere, anche e soprattutto in riferimento a quello che sarà il suo budget, in rapporto una mobilità lavorativa che ormai rappresenta sempre la regola piuttosto che l’eccezione, e che è naturalmente destinata a crescere. Sono infatti 16 milioni gli europei che vivono e lavorano in uno Stato membro diverso da quello di cui hanno la cittadinanza, il doppio rispetto a 10 anni fa. E ogni giorno 1,7 milioni di europei si spostano per lavoro in un altro Stato membro. L’ELA avrà anche il compito di aggregare gli strumenti di mobilità transfrontaliera già esistenti in uno sportello unico per cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche, cioè l’EURES (il portale europeo della mobilità professionale), il coordinamento Ue dei regimi di sicurezza sociale, la tessera europea di assicurazione malattia e la Carta blu.
(Articolo completo di Pierpaolo Arzilla domani su Conquiste Tabloid)