L'annuncio dell'uscita di Washington dall'accordo con l'Iran, ancorché attesa, ha messo in subbuglio il mondo economico di tutta Europa, soprattutto perché quando nel 2015 Obama raggiunse l’intesa con Teheran, le imprese europee erano già più avanti di quelle americane nelle negoziazioni. Non a caso tra le prime voci che si sono levate per lanciare l’allarme sulle possibili ricadute della decisione di Trump di ritirasi dall’accordo, c’è stata quella della presidente di Business Europe Emma Marcegaglia. "In questo momento non è facile - ha ammesso Marcegaglia - quantificare il possibile impatto del ritiro degli Usa" dal Jcpoa "sulle attività delle imprese europee”. Ma, ha aggiunto, “come rappresentanti delle imprese europee di tutte le dimensioni, abbiamo bisogno di chiarezza giuridica e contiamo sul sostegno delle istituzioni dell'Ue e dei governi degli Stati membri per aiutare le aziende ad affrontare l'attuale incertezza giuridica e le sue conseguenze negative".
Il Dipartimento del Tesoro Usa ha indicato una scadenza compresa tra 90 e 180 giorni per consentire alle società di rompere gli impegni con Teheran prima che le sanzioni entrino in vigore, lasciando ai paesi firmatari il tempo di negoziare eventuali aggiustamenti. La diversa periodizzazione dipende dal settore di riferimento. La scadenza a 180 giorni riguarderà le sanzioni legate al settore dell''energia e i settori ancillari, come quello bancario. La Banca centrale iraniana, per esempio, viene colpita da sanzioni perché è coinvolta nelle transazioni relative al petrolio; lo stesso vale per i trasporti. Tutto il resto avrà un periodo di ''wind-down'' di 90 giorni, inclusi anche il trading sul rial, la valuta iraniana, e la fornitura di metalli preziosi e di dollari in banconote a Teheran.
Le sanzioni entreranno pienamente in vigore dal 4 novembre e si applicheranno a tutti i nuovi contratti, ha detto il consigliere per la sicurezza John Bolton martedì. Nel mirino, in particolare, ci sono il settore petrolifero iraniano, le transazioni in dollari con la banca centrale del paese, ma anche le esportazioni aeronautiche verso l'Iran, il commercio di metalli e qualsiasi tentativo da parte di Teheran di ottenere dollari.
Oltre a questo, alle società in Iran, teoricamente, si potrà applicare il principio di extraterritorialità, che consente alla giustizia statunitense di perseguire e sanzionare le entità che svolgono attività in paesi sottoposti a embargo quando siano presenti negli Stati Uniti, effettuino transazioni in dollari o con banche statunitensi. Martedì scorso, l'ambasciatore statunitense in Germania ha invitato i gruppi tedeschi a smettere di operare "immediatamente" in Iran.
Secondo diverse fonti, il Servizio europeo di azione esterna diretto da Federica Mogherini sta lavorando a diverse ipotesi per "proteggere le imprese europee" che operano in Iran dalle sanzioni americane. Tra le opzioni ci sarebbe il ricorso a un regolamento Ue, adottato nel 1996 nel contesto delle sanzioni Usa contro Cuba (il cosiddetto Blocking Statute), che neutralizza gli effetti extraterritoriali derivanti dall'applicazione di una normativa adottata da un paese terzo. Un'altra ipotesi e' di permettere alla Banca europea per gli investimenti di operare in Iran. A Bruxelles viene visto come modello anche l'Accordo quadro di finanziamento (Master Credit Agreement) firmato dall'Italia a gennaio per garantire 5 miliardi di investimenti in Iran. L'Ue potrebbe infine decidere di presentare un ricorso davanti all'Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto), ma c'è il rischio che venga respinto a causa delle deroghe previste per la sicurezza nazionale
Nel frattempo, le società coinvolte hanno optato per la cautela. "Stiamo analizzando attentamente questo annuncio e valuteremo i prossimi passi in linea con le nostre politiche interne e nel pieno rispetto delle sanzioni e delle regole sul controllo delle esportazioni", ha detto Airbus, aggiungendo che "ci vorrà del tempo". Boeing, che aveva ottenuto una licenza speciale dal Tesoro americano, si è impegnata a "seguire la direzione scelta dal governo degli Stati Uniti".
(Altro servizio sulle imprese italiane in Iran domani su Conquiste Tabloid)