Il mondo dorato delle favole di Walt Disney non è lo stesso in cui vivono i circa 30mila lavoratori americani della Walt Disney Company, un colosso dell’intrattenimento che negli Usa possiede due famosi parchi di divertimento e resort, Disneyland (ad Anaheim, in California) e Disney World (a Bay Lake e Lake Buena Vista, in Florida).
Entrambe le sedi sono pubblicizzate dalla società come "il posto più felice sulla terra". Uno slogan contraddetto dalle condizioni contrattuali applicate ai lavoratori, che fanno i salti mortali per sbarcare il lunario. Secondo un’indagine commissionata da una coalizione sindacale degli addetti del settore, la Coalition of Resort Labour Unions, composta da 11 sigle, l'85% dei dipendenti che lavorano a Disneyland con una paga oraria che non supera i 15 dollari l’ora non guadagnano abbastanza per sopravvivere. Molti lavoratori non possono permettersi bisogni primari come cibo, alloggio e assistenza sanitaria a prezzi accessibili. A conferma di ciò, il rapporto evidenzia come l'11% dei lavoratori di Disneyland siano senza casa o siano stati senzatetto negli ultimi anni. Mentre il 56% dei dipendenti teme "di essere sfrattato dalla propria abitazione".
"La compagnia sta facendo profitti record, ma le condizioni per i lavoratori di Disneyland non sono mai migliorate, sottolinea Andrew Cohen dello UNITE HERE Local 11, uno dei più grandi sindacati della coalizione, che rappresenta quasi 5.000 lavoratori del settore alimentare e degli hotel.
Del resto, la Disney ha una storia di cultura anti-sindacale che risale alle sue origini. Il Ceo e presidente della Disney, Robert Iger, non ha fatto altro che continuare ad applicare le convinzioni antioperaie del fondatore dell'azienda, Walt Disney.
(Articolo completo di Ester Crea domani su Conquiste Tabloid)